Cronaca
12 Marzo 2022
Le richieste avanzate dal pubblico ministero al termine della requisitoria nel processo “Wall Street”. Ad aprile toccherà agli avvocati

Chieste pene fino a 7 anni per la “piazza di spaccio di Ferrara”

Grattacielo Ferrara
di Daniele Oppo | 3 min

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Wall street, come l’ha chiamata la polizia. Gad square, come preferisce il sostituto procuratore che ha coordinato le indagini. La principale piazza dello spaccio di Ferrara fino a poco tempo fa: i giardini del Grattacielo.

Sono “pene ‘miti”, ma pur sempre severe, quelle chieste dal pm Andrea Maggioni a conclusione di un’accalorata e appassionata requisitoria nel processo a carico di 17 imputati per lo spaccio al minuto in zona Grattacielo, quasi tutti nigeriani, individuati nel primo filone dell’operazione “Wall Street” tramite cinque telecamere, agenti sotto copertura dello Sco di Roma, intercettazioni (90mila i progressivi monitorati), lavoro sul territorio da parte degli agenti della squadra mobile di Ferrara, di quelli dell’Antidroga in particolare.

Un’indagine che portò a una prima tranche da 45 indagati, 524 capi d’imputazione e a una seconda da 18 indagati e 904 capi d’imputazione (pur con sovrapposizioni). Il processo di cui si tratta è legato al primo filone: dopo sei archiviazioni, cinque patteggiamenti e a fronte di 16 soggetti irreperibili (e uno stralciato per problemi procedurali), sono rimati 17 imputati per 237 capi d’imputazione, oltre un migliaio di cessioni di stupefacente nel giro di pochi mesi di attività investigativa. Numeri che per il pm “sono la prova provata dell’esistenza di una piazza di spaccio a Ferrara”. Una piazza che “nessuno paragona a quella di Milano o di Napoli, ma era quella di Ferrara ed era di un certo rilievo”, nella quale “si sono rilevati fatti anche di rilevante spessore penale, come le ovulatrici che portavano la droga nello stomaco”.

Le pene vanno da un minimo di 1 anni e 2 mesi di reclusione e 1.110 euro di multa per chi ha sulle spalle poche imputazioni a carico, fino a 7 anni, 1 mese e 1.540 euro di multa per chi ne ha qualcosa come 44 capi d’imputazione, come John Osemudiamen Echenede.

Il pm ha deciso d’inquadrare i fatti in una cornice che consentisse una commisurazione delle pene non eccessivamente severa – evitando di riconoscere l’ipotesi di reato più grave di tutte che avrebbe comportato l’applicazione di una cosiddetta cornice edittale da 6 a 20 anni di reclusione – ma di adottare una pena base di un anno e mille euro di multa per l’ipotesi di reato più grave alla quale aggiungere in continuazione le altre (2 mesi di reclusione e 10 euro per ogni accusa aggiuntiva). Tranne che in un caso, la procura ha chiesto che non vengano riconosciute le attenuanti generiche.

E così si arriva alla richiesta di pena di 1 anno e 2 mesi e 110 euro per Stanley Ezehi, Success Okojie, Prince Onolunsen ed Emmanuel Moziz; 1 anno 4 mesi e 1120 euro per Lucky Ohanon; 1 anno e 6 mesi e 1.130 euro di multa sono stati chiesti per Glory Egbogun; 1 anno e 8 mesi e 1.140 euro di multa per Igbinosa Irabor, Felix Thuesday e Giampaolo Caforio (unico italiano imputato, unico al quale per il pm, date le condizioni di vita, vale la pena applicare le generiche); 1 anno e 10 mesi e 1.150 euro di reclusione per Paul Mercy.

Richiesta di pena sopra i due anni la si trova per Junior Musa, Joel Igene, (2 anni e 8 mesi e 1.200 euro di multa). Si sale a una richiesta di 3 anni e 8 mesi di reclusione e 1.260 euro di multa a carico di Lucky Ebosele; poi 4 anni e 8 mesi e 1.320 euro di multa per Lucky Uwadia; 5 anni e 10 mesi e 1.390 euro per John Sunday; 6 anni e 6 mesi e 1.430 euro per Jacob Jude e infine 7 anni, 1 mese e 1.540 euro di multa per John Osemudiamen Echenede.

I difensori avranno spazio per le arringhe il 1° aprile e il 15 è la data fissata per le repliche e la sentenza.

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