Matteo Salvini è stato contestato in Polonia, dove tra l’altro non è nemmeno stato ricevuto dal sindaco di Przemysl (dichiaratamente di destra) per i motivi che ben sappiamo.
A Ferrara abbiamo il vice sindaco Lodi e il sindaco Fabbri che si sono improvvisamente scoperti solidali nei confronti del popolo ucraino martoriato da un assurdo conflitto, ma non hanno mai fatto mistero della loro linea filo Putin, in perfetta sintonia con il loro leader Salvini.
Basta una brevissima ricerca per trovare una miriade di dichiarazioni di Nicola Lodi intento ad esaltare Vladimir Putin, addirittura alcuni anni fa lo considerava come il “suo presidente”.
Forse però non tutti sanno, che cinque anni fa la Lega firmava un gemellaggio con il partito personale di Vladimir Putin Russia Unita, che è ancora attivo e che scadrà nel 2022.
Era il 6 marzo del 2017, quando il segretario Matteo Salvini in visita a Mosca siglava l’intesa tra i due partiti, della durata di cinque anni.
A favorire l’incontro fu allora Gianluca Savoini, faccendiere del Carroccio.
Un affare a sei zeri per finanziare la propaganda Lega.
Ora, ben vengano iniziative solidali di ogni tipo, però mi chiedo cosa aspettino Alan Fabbri, Nicola Lodi, e i consiglieri Caprini e Felisatti, in missione anche loro al confine ucraino/polacco, a prendere le distanze dal famoso patto Lega/Putin tutt’ora in corso, e a dichiarare la loro ferma condanna nei confronti del leader del Cremlino.
Se davvero vogliono essere credibili, non bastano iniziative di facciata o inutili giri di parole senza mai entrare nel merito della questione, evitando accuratamente, dopo 15 giorni di conflitto, di menzionare chi è causa di questa immane tragedia.
Dimenticanza o direttive di partito?
Oppure semplicemente la loro ammirazione per il dittatore russo non è mai tramontata?
Valerio Aldighieri