Resta in gravi condizioni, in terapia intensiva all’ospedale di Cona, Roberto Gregnanini. La vittima dell’agguato in piazzetta Schiatti, dove è stato ferito dai colpi di pistola esplosi a distanza ravvicinata dal collega Michele Cazzanti, sta lottando per la vita dopo aver subito delicati interventi chirurgici nel nosocomio cittadino.
Un nuovo intervento è stato eseguito nella mattinata di ieri, 6 marzo, e ora molto dipenderà dalla capacità di reazione del fisico di Gregnanini ai gravi danni subiti per essere stato raggiunto da uno degli otto colpi che Cazzanti gli ha scaricato contro.
Intanto l’aggressore, dopo essere stato catturato a Cremona mentre era in fuga sull’auto della madre, si trova ancora nel carcere della città lombarda in isolamento (per motivi sanitari) in attesa di essere trasferito a Ferrara nelle prossime ore. A Ferrara si sposteranno le fasi successive del procedimento che lo vede accusato di tentato omicidio aggravato e premeditato e per porto abusivo di armi. Sabato scorso Michele Cazzanti si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip Pierpaolo Beluzzi, assistito d’ufficio dall’avvocato Vittorio Patrini del Foro di Cremona.
Un procedimento che dovrà chiarire il movente dell’aggressione, che parrebbe risalire a dissidi con la vittima che si protraevano da tempo e che si sarebbero acuiti anche a causa dello stato psicologico di Cazzanti, descritto come particolarmente fragile, con anche manie di persecuzione, peggiorato con la pandemia. Si sentiva perseguitato da Gragnanini, nei confronti del quale ha deciso inaspettatamente di chiudere i conti aspettandolo in piazzetta Schiatti all’angolo con via Boccaleone, dove è avvenuto l’agguato e dove gli ha sparato un intero caricatore della Glock semiautomatica che deteneva regolarmente dopo averla acquistata in un’armeria. Proprio le condizioni psicologiche dell’aggressore potrebbero essere oggetto di una perizia psichiatrica in una delle fasi del procedimento.
Gli atti preliminari sono stati compiuti a Cremona dal sostituto procuratore Davide Rocco, ma l’inchiesta proseguirà a Ferrara coordinata dalla sostituta procuratrice Isabella Cavallari.
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