Attualità
28 Febbraio 2022
Il nuovo polo ortopedico per abbattere la mobilità passiva

Ecco il ‘Rizzoli di Argenta’

di Redazione | 3 min

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Argenta. Parte l’attività del Polo Ortopedico Riabilitativo dell’Istituto Ortopedico Rizzoli all’ospedale di Argenta, nato dalla collaborazione tra Ior e Azienda Usl di Ferrara al fine di creare una rete ortopedica integrata sul territorio per garantire un’assistenza di eccellenza in prossimità del paziente e ridurre così la mobilità sanitaria.

Un matrimonio che, dopo mesi di preparativi, accordi preliminari e anche indagini cliniche-epidemiologiche, si è simbolicamente celebrato lunedì 28 febbraio nella sala riunioni della direzione sanitaria del nosocomio argentano.

A fare gli onori di casa il sindaco Andrea Baldini che con orgoglio, ma anche emozione, ha posto l’accento sulla “ripresa di una attività storica del Vandini che va ad integrarsi con un eccellenza mondiale del settore”.

Circa poi il futuro del M.Vandini, del pronto soccorso, mantenimento o trasferimento di altri servizi, reparti di degenza, Baldini ha annunciato l’ipotesi della nascita di una “cittadella di comunità: una casa della salute da realizzarsi qui a fianco, con ambulatori specialistici e altre importanti prestazioni per l’utenza”.

Le nuove funzioni di Ortopedia, Traumatologia e Riabilitazione dell’Istituto Ortopedico Rizzoli presso l’Ospedale di Argenta tratteranno, in stretta integrazione con le medesime funzioni dell’Ausl di Ferrara e con le unità operative ed i servizi Ausl presenti presso l’Ospedale, patologie di ortopedia generale (chirurgia protesica primaria e dei reimpianti, chirurgia dell’arto superiore, chirurgia artroscopica del ginocchio e della spalla, patologia vertebrale) e assicureranno l’assistenza e la cura ai pazienti traumatizzati.

Dopo l’attivazione degli ambulatori ortopedici con gli specialisti del Rizzoli, operativi dallo scorso novembre al “Mazzolani Vandini” al fine di creare una lista di attesa per gli interventi che attualmente conta 230 pazienti, è tutto pronto per dare il via all’attività chirurgica.

Obiettivo, come ha in seguito spiegato la direttrice generale dell’azienda Ausl di Ferrara, Monica Calamai, contrastare il fenomeno della mobilità passiva: “ovvero la fuga di pazienti verso altri centri di cura: al 30% in strutture extraregionali; il 20% in strutture intraregionali. Una situazione economica costosissima – ha spiegato -, che comporta una dispersione di risorse che potrebbero invece essere reinvestite per la sanità sul nostro territorio”.

Per dare poi concretamente spazio ai bisturi, il direttore generale dello Ior, Anselmo Campagna, ha annunciato l’apertura per il 1° marzo della prima delle 4 sale operatorie messe a disposizione, nonchè il via libera “ai primi due interventi di protesica e riparazione legamenti già programmati”. “Lavoreremo integrati nel territorio e con gli altri reparti” ha aggiunto.

“Il valore di questo progetto di collaborazione sta nel fatto che coniuga due aspetti fondamentali della sanità – ha concluso l’assessore regionale alle politiche della salute, Raffaele Donini -: da un lato la capacità di erogare prestazioni all’avanguardia e di altissima complessità, dall’altro la presa in carico dell’utenza a livello territoriale e di prossimità”.

Già partite intanto le prenotazioni per visite su appuntamento (5 giorni a settimana dal lunedì al venerdì) che in un anno si attesteranno a quota 5300 compresi i controlli, spalmabili sul territorio. Il numero delle liste di attesa è di 230 pazienti. A pieno regime si conteranno 46 posti letto (28 degenza e day surgery, 4 di terapia intensiva, 8 riabilitazione, 6 ortogeriatria). Poi 128 dipendenti: 28 medici, radiologi ed anestesisti; 100 tra infermieri, fisiatri ed oss. E soprattutto 1800 interventi chirurgici all’anno.

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