Spettacoli
14 Febbraio 2022
Lo spettacolo realizzato dal Teatro Nucleo in collaborazione con il Meis andrà in scena il 17 febbraio in prima nazionale al Teatro Comunale

“Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto”, intervista a Horacio Czertok

di Redazione | 6 min

Leggi anche

Pd: “Contrastare la desertificazione bancaria e migliorare l’accesso al credito”

Contrastare la desertificazione bancaria e consentire un migliore accesso al credito alle imprese e ai cittadini ferraresi. È questo lo scopo di una mozione del Pd, firmata da tutti i consiglieri, con la quale si chiede di "costituire, d’intesa con la Provincia e la Regione, un Osservatorio sul Credito dove banche, istituzioni, sindacati e associazioni di categoria possano discutere, individuare e condividere misure volte a favorire l’accesso al credito per rilanciare l’economia locale"

Condanne per la banda che rapinò la filiale Bper a San Giuseppe

Pioggia di condanne in abbreviato e pene inflitte che vanno dai cinque ai sette anni. È quanto ha deciso il gup Silvia Marini del tribunale di Ferrara per i cinque rapinatori che - il 12 settembre 2019 - assaltarono la filiale Bper di San Giuseppe di Comacchio, portando via 121.492 euro in banconote e monete di vario taglio, dopo aver minacciato due dipendenti - anche con una barra di acciaio - per far sì che si attivassero per l'apertura della cassaforte temporizzata

Ferrara-Mare. Chiusura temporanea di alcuni svincoli

Nell’ambito dei lavori Anas di ripristino e implementazione della segnaletica verticale, già in parte eseguite questa settimana, sono previste nuove chiusure temporanee notturne di alcuni svincoli del Raccordo Autostradale 8 “Ferrara – Porto Garibaldi”

Sabato sfila il Magnifico Corteo

Sabato 24 arriva uno dei momenti più attesi del Palio, il Magnifico Corteo, che unisce la partecipazione popolare con la precisione della rievocazione storica, regalando alla città e ai visitatori uno spettacolo unico, ricco di emozione, tradizione e bellezza

(foto di Daniele Mantovani)

di Michele Govoni

“Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto” è il titolo dello spettacolo che giovedì prossimo 17 febbraio andrà in scena in prima nazionale al Teatro Comunale Abbado (ore 21).

Sul palcoscenico saranno gli attori del Teatro Nucleo per una produzione che vede la collaborazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-Meis in occasione della mostra “Oltre il ghetto. Dentro&Fuori”, ospitata al Meis fino al 15 maggio prossimo.
In scena saranno Horacio Czertok, Natasha Czertok, Rachele Falleroni Bertoni, Greta Falleroni Bertoni, Marco Luciano, Francesca Mari, Veronica Ragusa, Nicolo Ximenes, Anidia Villani.
Le musiche dal vivo saranno cura di Stefano Galassi (contrabbasso) con Simona Barberio e Guglielmo Ghidoli (violini) e Luca Chiari (chitarra). Scene e costumi sono del Teatro Nucleo con la collaborazione di Maria Ziosi , Chiara Zini e RedoLab Design

Abbiamo incontrato Horacio Czertok che con Marco Luciano (che ha firmato anche la drammaturgia) cura la regia dello spettacolo.

Come nasce questo spettacolo?
Si tratta di un lavoro che abbiamo progettato insieme al Meis nell’ambito della mostra sul ghetto. Il ghetto è una di quelle “figure”, in senso ontologico, più difficili da gestire, capire e in un certo senso averci a che fare, nel senso che il ghetto implica un’ombra complessa.
La mostra e lo spettacolo sono uno sguardo laterale sia sull’esperienza del ghetto che sulla figura di Leone da Modena (da un cui testo è stato tratta la drammaturgia dello spettacolo ndr) che è un perfetto abitante del ghetto. Leone nacque a Venezia da una famiglia ferrarese che si era traferita nella città lagunare dopo il terremoto del 1570. Nel nostro lavoro ci siamo orientati sulla personalità di Leone da Modena, personaggio dalla vita alquanto movimentata ma molto attento a superare l’ignoranza che c’era nella società coeva sugli usi e costumi degli ebrei; il fatto che gli ebrei vivessero una vita separata dalle altre genti, generava moltissimo mistero, moltissime leggende alcune piuttosto cruente e crudeli.

Leone scrisse anche un libro di “divulgazione” dedicato al mondo ebraico, no?
Esatto, Leone era convinto che fosse necessario combattere questa forma di ignoranza grazie alla conoscenza, tanto da scrivere il libro “Riti ebraici”. Scopo del testo era far conoscere quella cultura. Se ci si pensa si tratta di un gesto di grande apertura mentale e di grande intelligenza che tra l’altro gli costò una censura pesante da parte della sua stessa gente: la comunità, infatti, non era contenta di questo “exploit”.

Veniamo al testo dedicato ad Ester
Il testo dedicato ad Ester si colloca in questo contesto. Ne esiste anche una versione di Jean Racine, testo di culto della Comedie Française. Ma, mentre la Ester di Racine prende a modello la Ester della Bibbia, quella di Leone è il risultato di un’operazione, dal punto di vista drammaturgico, molto più moderna. Lo scrittore presenta la sua Ester al centro della grande festa ebraica del Purim, collocata nel momento dell’anno del mutamento, la primavera.
Nel racconto biblico Ester salva il popolo ebraico da un genocidio al quale era stato condannato dal primo ministro del re Assuero, Amman, per via di una vecchia questione di lotte tra popoli.
Leone ne cambia il programma spazio-temporale, dandogli un altro colore e modificando l’ordine degli eventi. Inoltre lo scrittore inserisce personaggi che nel racconto biblico non compaiono, nello specifico due bambini, che caricano di forza narrativa il testo e sono testimonianza della sua arguzia drammaturgica.
Lo spettacolo mette in scena la “prova” dello spettacolo che si farà la sera, in quanto per la festa di Purim gli Ebrei fanno sempre un’importante cena cui segue uno spettacolino teatrale in cui i bambini mettono in scena la storia di Ester. Il ghetto è un luogo di tristezza in qualche modo, ma è anche un luogo di vita e di sviluppo culturale.
Abbiamo immaginato che la vita degli ebrei nel ghetto di Venezia non fosse tranquilla: il mondo cattolico era continuamente aizzato contro gli Ebrei, c’era gran parte del Gran Consiglio del Dux veneziano che era contrario a questo popolo e alla loro cultura e mal tollerava la loro presenza anche nel ghetto. A questo punto abbiamo immaginato Leone che invita alla cena di Purim anche il Dux e il Consiglio dei Dieci per mostrare a queste persone quanto gli ebrei possono essere utili al governo di una città.
Nel nostro spettacolo mostriamo la fase delle prove prima del vero spettacolo-cena di Purim, con momenti dettati dal testo di Leone da Modena, nell’attesa che arrivi il Dux. Un’attesa che, di fatto, inizierà quando finisce il nostro spettacolo.

Dal punto di vista della messa in scena, non farete solo teatro, ma anche circo contemporaneo, danza, musica dal vivo, che sono un po’ i linguaggi tipici di Teatro Nucleo
Noi abbiamo dovuto trascrivere in italiano corrente l’originale; non aveva senso fare una messa in scena naturalistica di questa tragedia, anche perché il linguaggio teatrale percorre oggi altre strade. Abbiamo ritenuto giusto trasformare il testo in momenti teatrali, utilizzando anche l’italiano di Leone come omaggio in alcune scene importanti.
E’ un bellissimo testo, molto attuale.

Proprio in merito all’ultima affermazione, quanto c’è di attuale?
Tutte le tematiche che si respirano e si vivono nel testo di Leone sono, purtroppo, perfettamente attuali.
Ci è sembrato interessante, di questo lavoro fatto insieme al Meis, cambiare il paradigma leggendo l’ebraismo fuori dalla Shoah, anche se quest’ultima rimane come un’ombra lunga.
I bambini introdotti da Leone e che noi facciamo entrare nello spettacolo perché ci sembra un’interessante soluzione scenica, noi li facciamo entrare anche alla fine con un’allusione alla Shoah stessa.

Quali scelte avete operato per i costumi?
Sicuramente sono costumi allusivi ad una certa Venezia sei-settecentesca, ma davvero poco.
Noi ci ispiriamo alla recita che in ogni casa ebraica si fa della tragedia di Ester, per ogni cena di Purim.
L’immagine che vorremmo dare è questa. I costumi sono certamente molto raffinati e Maria Ziosi (che è una bravissima costumista) sta realizzando un lavoro molto interessante.
In fin dei conti è uno spettacolo in costume e in musica.

Che tipo di musica sarà parte dello spettacolo?
Abbiamo un quartetto che eseguirà musiche appositamente realizzate e anche ispirate a musiche del tempo. Ci sono musiche molto vicine a quelle di Vivaldi e Monteverdi anche perché un importante musicista del tempo è Salamone Rossi detto l’Ebreo, molto amico di Leone, il quale si occupava di musica corale (tra l’altro diresse anche un coro femminile a Ferrara). Lo spettacolo, la mostra del Meis e tutte le loro attività, ma anche le pubblicazioni di Leone da Modena e il suo recupero, rientrano in un progetto, io credo: quello di combattere l’ignoranza con la diffusione della cultura, con la diffusione della conoscenza.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com