Cento. Il tempo stringe per salvare Vm Motori. Da una parte la proprietà senza prospettive concrete per il futuro, dall’altra il governo che pare assente. E intanto i posti di lavoro si perdono come foglie.
Sono oltre 500 le lavoratrici e i lavoratori persi negli ultimi 5 anni negli. È una delle criticità che i sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno fatto presente durante l’ultimo incontro istituzionale con il sindaco Enrico Accorsi e l’assessore al Lavoro Vito Salatiello del Comune di Cento.
Un incontro che dovrebbe allargarsi a nuove e più alte figure istituzionali per aumentare le possibilità di salvarsi dello stabilimento centese. Perché, a detta dei sindacati dei metalmeccanici, sul suo futuro incombono “l’assenza di progetti di sviluppo di nuove motorizzazioni, con rinvio da parte della direzione di stabilimento di ogni indicazione alla presentazione del piano industriale da parte del Gruppo Stellantis, prevista per il 1° marzo 2022” e un “costante impoverimento del Centro Tecnico, ormai non più impegnato nello sviluppo di motori per il sito di Cento”.
La delegazione sindacale ha ribadito la necessità di condividere un percorso che porti la discussione a un coinvolgimento diretto della Regione e del Ministero dello Sviluppo Economico, “perché è necessario agire di anticipo nella condivisione del piano industriale con il Gruppo, non arrivando a subirne la presentazione unilaterale”.
A su questo aspetto “il disinteresse del Governo, in particolare del Ministero dello Sviluppo Economico, è un atto che delinei la mancanza di responsabilità verso un settore che è prioritario per il Paese, e come tale va condannato con forza”.
Sindaco e assessore hanno condiviso le preoccupazioni e il quadro delineato e hanno garantito la disponibilità a farsi parte attiva rispetto all’allargamento della discussione ai diversi livelli istituzionali, a partire dall’incontro convocato dalla Regione Emilia-Romagna per il 9 febbraio.
“L’impegno che l’amministrazione comunale ha promesso per il futuro di VM sia di stimolo per altri amministratori – si augurano i sindacati – su un tema che non tocca solo lo stabilimento ma riversa i suoi effetti anche sul tessuto produttivo, economico e sociale del territorio”.
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