Cronaca
3 Dicembre 2021
Un 60enne era finito a processo per un offensivo commento su Facebook. La consigliera dem: “Sarebbe bello in questi casi un lavoro di pubblica utilità in un centro anti violenza”

Augurò lo stupro a Ilaria Baraldi, chiede scusa e la messa alla prova

di Daniele Oppo | 3 min

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Ilaria Baraldi

Scuse, promessa di un simbolico risarcimento e messa alla prova in lavori di pubblica utilità. Si chiude – si chiuderà – così il processo a carico dell’uomo che nel 2016 augurò su Facebook a Ilaria Baraldi, consigliera comunale del Pd, di venire stuprata.

Per la precisione, Riccardo Andreotti, 60enne di Comacchio, scrisse che “La Baraldi starebbe bene sodomizzata dai suoi quattro spaccini negri… Chissà se dopo li difende ancora… Lo penso, l’ho detto”.

Un commento crudo e volgare – “frasi offensive e umilianti”, scrive la procura – degno figlioletto dalla campagna di discredito che aveva investito la consigliera comunale del Pd per quanto scritto il 20 settembre 2016 in un post privato sulla propria bacheca in riferimento alla concentrazione di forze dell’ordine in tenuta antisommossa che presidiava lo stadio Mazza per una partita della Spal (“dite quello che vi pare. A me impressiona e spaventa molto di più un gruppo di ultras urlanti e la polizia in tenuta antisommossa che 4 spaccini in bicicletta”). Un post forse un po’ mal riuscito sulla militarizzazione di un pezzo di città per una partita di calcio, che generò fin troppo aspre polemiche e un successivo post di precisazioni, che non servì però a far abbassare i toni.

Ieri le parti si sono incontrate in aula davanti alla giudice Sandra Lepore. Andreotti – difeso dall’avvocato Alessio Lambertini, che spiega che l’imputato “si sentì offeso dal post in quanto tifoso della Spal” – ha promesso un’offerta risarcitoria e chiesto la messa alla prova (alla quale la vpo Barbara De Rossi non ha prestato il consenso per conto della procura, considerando troppo gravi le offese e mancando nel concreto l’offerta di risarcimento), dopodiché Baraldi ha chiesto di poter parlare con lui vis-à-vis.

“È inutile ricordare il 25 novembre e fare eventi se poi nel pratico non si agisce per modificare il substrato culturale che porta alla violenza contro le donne – commenta Baraldi, parte civile nel processo -. Quello che auspico è questo sia d’insegnamento a chi usa Facebook e faccia riflettere prima di scrivere e ancora prima, al momento di pensare, perché quello che va combattuto è il pensiero maschilista e patriarcale. Sarebbe molto bello – conclude – che in casi come questi, gli imputati svolgessero i lavori socialmente utili in qualche centro anti violenza”.

Per l’avvocato Luca Morassuto, che assiste la consigliera dem, “l’Italia gode di un triste primato, una donna ogni tre giorni viene assassinata a i dati relativi a violenze sessuali, lesioni, minacce nei confronti delle donne sono da bollettino di guerra. L’augurio di venire sodomizzata non è una mera goliardata né un uso improprio di un social media, è un fatto gravissimo e ci auguriamo quindi che la messa alla prova porti a una reale momento di riflessione e pentimento”.

 

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