Spettacoli
5 Dicembre 2021
L'autore e compositore sarà uno dei protagonisti della quinta edizione del "MusicFilm", in programma dal 17 al 19 dicembre a Ferrara

Festival delle colonne sonore, quattro chiacchiere con Fabio Frizzi

di Redazione | 5 min

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Fabio e Fabrizio Frizzi

Fabio Frizzi, autore e compositore italiano, nel corso della sua carriera, ha scritto le colonne sonore di alcuni dei più famosi film cult del cinema italiano. Il compositore sarà uno dei protagonisti del “MusicFilm – 5° festival delle colonne sonore” che si svolgerà dal 17 al 19 dicembre a Ferrara.

Venerdì 17 alle ore 21, presso il Teatro Nuovo di Ferrara, il M° Frizzi dirigerà, durante lo spettacolo “80 voglia di cinema – le più belle colonne sonore degli anni ‘80”, la Ferrara Film Orchestra con un medley tratto dalla colonna sonora di “Fantozzi”, ad interpretare “La ballata di Fantozzi” sarà l’attore ferrarese Gianni Fantoni.

Il 18 e 19 dicembre, invece, si terrà il “Workshop di musica per il cinema” presso l’Amf Scuola di Musica Moderna di Ferrara, una occasione molto importante per chi volesse avvicinarsi alla composizione musicale sul tema delle colonne sonore.

Gli studenti del liceo Carducci e della scuola secondaria di primo grado Boiardo lo hanno intervistato.

Cosa la ha spinta a partecipare al MusicFilm Festival di Ferrara?

“Amo il cinema e la musica da film da quando ero un ragazzo. Poi è diventata la mia professione e la mia vita. Una bella occasione per raccontare la mia esperienza e un po’ dei miei segreti creativi e produttivi ai giovani musicisti e appassionati per il “Workshop di musica per il cinema” che terrò il 18 e 19 dicembre”.

A cosa ha dovuto rinunciare per arrivare dov’è adesso?

“Credo che ogni passione meriti attenzione e dedizione. Non ho rinunciato a niente, probabilmente; e comunque, se lo avessi fatto, il mio lavoro mi ha restituito molto di più”.

Rimpiange qualcosa della vita di quando non apparteneva al mondo dello spettacolo?

“Ho cominciato talmente presto che praticamente tutta la mia vita, da poco dopo i 20 anni, ha sempre avuto come fil rouge la mia professione”.

E’ riuscito a mantenere le stesse amicizie di quando non era conosciuto?

“Con qualche amico dell’adolescenza sono ancora in contatto, pochi per la verità. Ho sempre creduto nell’amicizia e nella condivisione dei momenti belli con le persone care. Ah, me ne viene in mente uno in particolare: con Massimo Lopez ci siamo conosciuti quando avevamo 16 anni e lui veniva alle prove del mio gruppo musicale. È passato un sacco di tempo, e siamo ancora amici”.

All’inizio della vostra carriera soffrivate d’ansia da palcoscenico. Se sì come avete fatto a sconfiggerla?

“Credo che tutti o quasi tutti i professionisti dello spettacolo abbiano sofferto di questo. È una brutta bestia e non è facilissimo venirne fuori, anche se in genere una volta cominciato lo spettacolo l’adrenalina sale e l’ansia te la dimentichi”.

Come ci si sente ad essere famosi?

“Oddio, nel mio caso la popolarità è abbastanza misurata, chi scrive musica da film vive per lo più nella penombra del dietro le quinte. Ma certo fa piacere, più che altro l’apprezzamento di chi ama la tua produzione, il tuo stile. Ecco, dopo un bel concerto il pubblico che ti circonda e ti applaude è una grande ricompensa, l’autostima risale di molte tacche”.

 Che emozione si prova a vedere un proprio brano inserito nella colonna sonora di un film del celebre regista Quentin Tarantino?

“Quando mi hanno detto che nel film Kill Bill – Volume I, ci sarebbe stato il tema di “Sette note in nero” lo choc, positivo si intende, è stato forte. Era un pezzo scritto insieme con Franco Bixio e Vince Tempera, i miei due compagni di trio, nell’ambito della colonna sonora di questo film di Lucio Fulci. Un brano al quale eravamo da sempre affezionati. Ma certo la consacrazione internazionale venuta da un grande di Hollywood era qualcosa di molto lusinghiero”.

Per creare la colonna sonora di un film ti basi solamente sulla trama o inserisci anche elementi personali, in base a cosa ti trasmette la storia? 

Una colonna sonora è esattamente questo, il risultato delle emozioni personali che scaturiscono dalla lettura (prima) e dalla visione (poi) di una storia che vivrà sul grande schermo. La sceneggiatura, che è il copione dettagliatissimo di quello che succederà, scena per scena, è il primo incontro fra film e compositore, l’approccio iniziale con la materia. Ma già da questa prima lettura inizia il processo emotivo e creativo che porterà al risultato finale, la musica giusta per quel film.”

 Come nasce l’idea per una colonna sonora?

“Si va per tentativi: uno strumento musicale, un registratore dove appuntarsi le idee, ripensare ai personaggi della storia, alle loro vicende, alle gioie e alle sofferenze. Simpatie, empatie, disprezzo, orrore, paura, consolazione, amore, la tavolozza si riempie di colori e, idea dopo idea, il mosaico si compone.”

 Per comporre musica si parte da un pensiero o da un suono che si ha in mente? 

“Si parte da un’idea, che contiene un pensiero che dovrà trasformarsi in suono”.

 Come è stato musicare il film Fantozzi?

“È stato bello, emozionante, divertente. Ero molto giovane e il primo incontro con Paolo Villaggio fu entusiasmante. Il tema principale, quello che ancora oggi canticchiano tutti, quello della Ballata di Fantozzi, è stata la prima cosa che ho scritto, subito dopo quell’incontro. Poi tutto il resto, la registrazione delle musiche in uno studio importante e la sensazione di partecipare a qualcosa di straordinario. Ero eccitatissimo e lì per lì pensavo di esagerare. Poi il successo e la consapevolezza che era nato qualcosa di importante”.

Quanto pensi sia vitale ritornare a vedere un film al cinema?

“I film vanno visti al cinema. Non ho dubbi. La televisione ci ha dato e ci dà molto, adesso si è imparentata con il computer e con il cellulare e ormai non la ferma più nessuno. Ma il rito del cinema, il suo grande schermo, la complicità con i compagni di platea, il suono, il colore, questa magia non finirà mai. Di crisi ne ha passate tante, ma la settima arte è arte vera, un modo di esprimersi, di raccontare, di condividere, di discutere. Viva il Cinema, sempre”.

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