Inchiesta Pma. Altri due sanitari indagati
Si allarga ancora di più l'inchiesta per lo scandalo al Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell'ospedale di Lagosanto
Si allarga ancora di più l'inchiesta per lo scandalo al Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell'ospedale di Lagosanto
Non sono quattro gatti, come appare scritto in un cartello, i manifestanti chiamati a raccolta dalla Cgil di Ferrara in piazzale Medaglie d'Oro per la giornata di sciopero nazionale convocata per dire no al riarmo e "a una manovra finanziaria profondamente ingiusta"
Potranno lavorare 30 ore settimanali mantenendo la retribuzione che hanno con 40. È la sperimentazione sulla riduzione oraria di lavoro che verrà sperimentata in Berco confermata durante l'incontro tra azienda e sindacati
"Il diritto allo sciopero non è negoziabile". Sono parole infuocate quelle che la Filctem Cgil invia ai lavoratori di Versalis dopo la riunione con l'azienda per discutere le modalità di sciopero del 12 dicembre
Un'assoluzione e cinque condanne, con una forbice di pene che vanno da un minimo di 2 anni e 10 mesi a un massimo 4 anni. Sono le richieste che ieri (10 dicembre) mattina, davanti al collegio del tribunale di Ferrara, il pm Andrea Maggioni ha avanzato per i sei finiti alla sbarra nel processo per il presunto caso di sfruttamento di manodopera di lavoratori stranieri durante le operazioni di bonifica dal focolaio di aviaria all'Eurovo di Codigoro

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“70 anni dopo. La Grande Alluvione”, mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, curata da Francesco Jori con Alessia Vedova e Sergio Campagnolo (in Palazzo Roncale dal 23 ottobre al 31 gennaio) è il racconto di un corale e colossale atto di orgoglio e della capacità di riscatto di quella che era definita la “Mesopotamia d’Italia”.
“La storia del Polesine è racconto di secolari e pesanti ingiustizie, con la forbice drammatica aperta tra un latifondo monopolista e decine di migliaia di persone condannate a una stentata sopravvivenza. Ma non per questo rassegnate: nel Risorgimento è Fratta Polesine a diventare uno dei poli dei moti carbonari; la trama di fine Ottocento è caratterizzata da straordinarie azioni sindacali; e anche dopo, con l’avvento del fascismo, è una figura polesana come Giacomo Matteotti a opporsi in modo indomito alla dittatura, pagando l’opposizione con la vita. Non solo protagonisti di primo piano, tuttavia: la Storia è fatta anche da milioni di persone senza storia, che ogni giorno ripartono con coraggio e tenacia superando ogni difficoltà. I polesani l’hanno fatto da ben prima dell’alluvione del 1951, hanno continuato a farlo durante, e hanno perseverato anche dopo. Come questa mostra si propone di raccontare”, afferma il curatore Francesco Jori. Distanziandosi, pur nel rispetto per il ricordo, da tutte le precedenti rievocazioni.
Puntualmente, infatti, da quel 14 novembre 1951, ogni decennale della Grande Alluvione è stato ricordato, riproposto, rivisitato. Sono state rievocate circostanze e testimonianze, sono state indagate le cause, sono state ricostruite le azioni di soccorso intraprese a favore della popolazione, e quelle di riparazione degli ingenti danni provocati dall’acqua. Ogni volta con approfondimenti di assoluto rilievo, che hanno consentito di fare sempre più chiarezza nelle dimensioni e nella portata della catastrofe.
“Questa mostra si propone – anticipa Jori – un obiettivo diverso, se si vuole più ambizioso: inserire l’evento del ’51 in una cornice storica di ampia portata, che ricostruisca la storia di questa terra e la sua straordinaria capacità di resilienza, fino ad approdare da alcuni anni a una situazione di relativo benessere che la equipara alla media del Veneto, una delle regioni più avanzate d’Italia sia pure in tempi di crisi”.
“Già le prime cronache di chi arriva da fuori per raccontare la tragedia parlano della straordinaria capacità di resistenza delle persone coinvolte, a tutti i livelli; ed è emblematico che una ricostruzione, originariamente prevista sull’arco di un paio d’anni, sia stata completata in soli sei mesi. Ma la ripartenza non si è esaurita nel medicare le ferite e ricucire gli strappi: da lì, progressivamente, si è messa in moto la rinascita di un Polesine deciso a non farsi più condizionare dalla natura; e che oggi sta trovando una sua via originale di sviluppo, ritagliandosi un ruolo specifico nel contesto veneto e nazionale. Uno sforzo premiato anche dalle statistiche: in avvio del terzo millennio, gli indicatori economici hanno documentato l’allineamento del rodigino alla modernità”.
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