Salute
5 Novembre 2021
Un computer permette il collegamento in rete con la Radiologia Ospedaliera dell’Azienda Usl. Un'attività necessaria per la diagnosi e il follow-up di molte malattie eseguita direttamente sul posto

Inaugurato il primo ambulatorio ecografico nel carcere di Ferrara

di Redazione | 2 min

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La prima ecografia in carcere

Mercoledì 3 novembre è stato inaugurato il nuovo ambulatorio ecografico nella Casa Circondariale di Ferrara, per migliorare l’assistenza sanitaria presso la Casa della Salute Arginone e potenziare i servizi garantiti a chi deve scontare la pena in carcere.

All’apertura del nuovo ambulatorio hanno presenziato la direttrice Maria Nicoletta Toscani, la comandante Annalisa Gadaleta, l’ispettore capo Paolo Martino della casa circondariale, nonché la referente clinica Giada Sibahi, la coordinatrice infermieristica Alessandra Zambelli, il responsabile organizzativo della salute nelle carceri Fabio Ferraresi e il responsabile Programma Sanità Penitenziaria dell’Azienda Usl di Ferrara Diego Arcudi.

Alla loro presenza, il direttore della Radiologia dell’ospedale di Cento, Roberto Rizzati, ha dato l’avvio alle prime ecografie sugli ospiti reclusi nella Casa Circondariale in un ambulatorio dedicato, posizionato all’interno dei Locali Sanità, allestito con ecografo e computer che permette il collegamento in rete con la Radiologia Ospedaliera dell’Azienda Usl.

Una attività necessaria per la diagnosi e il follow-up di molte malattie che, eseguita direttamente sul posto, rappresenta una risposta rapida all’identificazione della patologia, il processo messo in atto permette inoltre di non interferire con l’attività di prenotazione Cup intasando il sistema stesso. Inoltre migliora la sicurezza senza dover spostare il paziente verso ambulatori esterni ospedalieri che vedrebbe impegnati mezzi e uomini per le vie della città.

Un momento dell’inaugurazione. Da sinistra Giada Sibahi, Annalisa Gadaleta, Roberto Rizzati e Diego Arcudi

Si ringrazia la Direzione Generale dell’Azienda Usl – sottolinea il dottor Arcudi – e tutti i professionisti che con la loro collaborazione hanno reso possibile la realizzazione di un presidio necessario e indispensabile all’attività sanitaria e dimostrato come l’umanizzazione delle cure è possibile anche in luoghi di segregazione, dove il senso di umanità, di vicinanza e rispetto possono migliorare le loro condizioni di vita allontanandoli dalla solitudine quotidiana”.

Alcuni numeri. Nella Casa Circondariale sono ristretti in media 340/350 detenuti con un ricircolo annuo di circa 1000 persone per trasferimenti o arrivi da altri istituti e dalla libertà. La loro età va dai 18 ai 70 anni in su, con patologie molto varie, soprattutto malattie croniche come diabete, Bpco, patologie cardiovascolari, disagio mentale, patologie psichiatriche, tossicodipendenza. Circa il 30% è straniero, proveniente da Nord Africa, Nigeria e Paesi dell’Est.

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