Lite tra contradaioli. Uno finisce al Sant’Anna
Un diverbio tra contrade storicamente rivali finisce con un uomo colpito all'orecchio che ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell'ospedale Sant'Anna di Cona
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Era arrivato fino a Codigoro con la moglie per una tranquilla giornata di pesca. Rossano Bondioli, 74enne residente a Malalbergo in provincia di Bologna, è deceduto dopo che, lanciando la lenza, ha toccato con la canna da pesca il filo di un traliccio dell'alta tensione venendo fatalmente attraversato dalla scossa
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La scuola di Viale K in via Mura di Porta Po ha ospitato la presentazione del libro "Per un comunismo della cura" di Gian Andrea Franchi
Una formula per un’Unione Europea più matura, consapevole e disincantata. Questa è la chiave di lettura offerta da Matteo Scotto, direttore ricerca di Villa Vigoni, centro italo-tedesco gestito da Italia e Germania, nel suo libro “La trappola dell’integrazione?
di Martina De Tiberis
Lentamente, anche in Italia, sta crescendo l’attenzione sul rapporto tra disabilità e sessualità, modificando un paradigma culturale oramai attempato.
L’affettività e la sessualità nei confronti dei disabili sono stati i due focus affrontanti nel convegno di venerdì pomeriggio, tenutosi presso il Factory Grisù, mediato da Carlos Dana, Garante dei disabili del Comune di Ferrara.
Ad aprire il dibattito è stata l’assessora alle Politiche Sociali, Cristina Coletti: “L’affettività, la sessualità e perché no l’assistenza all’emotività, si caratterizzano con la libertà di scelta da parte degli esseri umani di vivere e condividere la propria esperienza sessuale a prescindere dalle difficoltà riscontrate nell’esperienza di vita. Dobbiamo porci, come società civile, l’obiettivo di abbattere lo stereotipo che continua ad essere ingombrante e che vede le persone con difficoltà e disabilità assoggettate all’asessualità, o comunque non idonee a vivere e sperimentare la sessualità”.
“Purtroppo è ancora un tema per molti tabù – ha osservato l’assessora Angela Travagli -. La nostra legislazione non riconosce il diritto alla sessualità come un diritto umano; questo è un tassello che manca all’ordinamento italiano e alla nostra cultura. Tale evento è un’occasione importante, per tutti noi, per parlarne”.
La parola è poi passata a Carlos Dana, il quale ha tenuto a precisare che “quando si parla di socializzazione ci si riferisce anche all’affettività. Bisogna che ci soffermiamo sul senso che la vita può avere se poi non vi è la possibilità di ricevere e dare la sessualità. Questo riconoscimento, a nostro avviso, è essenziale; è un dovere, non solo da parte della Costituzione, ma anche della collettività. Dobbiamo uscire allo scoperto”.
Il fondatore del progetto LoveGiver, Max Ulivieri, è entrato nel vivo della questione dimostrando come “la sessualità per le persone disabili è ancora un diritto negato”.
“Il diritto alla sessualità – ha incalzato Ulivieri – vuol dire che lo Stato si impegna, al massimo delle sue forze, per abbattere le barriere, le quali non permettono all’individuo di vivere a pieno questo processo. Noi abbiamo creato la figura dell’Oeas (acronimo di operatore all’emotività, all’affettività e alla sessualità), che si pone come obiettivo fondamentale il dare autonomia alle persone disabili, ovviamente anche sotto l’aspetto sessuale. Serve una legge, tre milioni di persone la attendono”.
Sul piano giuridico, in modo più che esplicativo, l’avvocato Federico Donelli ha illustrato i gravi deficit del nostro ordinamento: “Non viene mai citato l’articolo 3 della Costituzione, il quale è l’altra faccia del principio di uguaglianza, ovvero rappresenta l’uguaglianza sostanziale. Ciò significa che lo Stato ha il compito di rimuovere degli ostacoli che impediscono all’individuo di vivere completamente i propri diritti. Prostituzione e Oeas devono essere distinte, poiché qui si pongono questioni tecniche e giuridiche che ricadono all’interno del suddetto articolo della legislazione”.
A portare una testimonianza diretta sul mondo della sessualità per i disabili è stata Caterina Di Loreto, operatrice certificata Oeas, che ha ripercorso il suo iter: “Il mio è stato un percorso molto lungo. È stata una scelta formativa, legata al mio lavoro, che è quello di educatrice. I disabili sono visti come persone asessuate, eterni bambini. Il riconoscimento giuridico della mia figura porterebbe ad avanzare di un passo nella lunga battaglia culturale che dobbiamo intraprendere”.
Le conclusioni sono spettate alla psicoterapeuta Paola Perini, vicepresidente del Comitato Ferrarese Area Disabili, la quale ha ribadito “nella nostra associazione ci occupiamo molto della consapevolezza di sé e dell’altro. Faremo tutto il necessario affinché le persone affette da disabilità abbiano il naturale diritto all’affettività ed alla sessualità”.
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