Cento
21 Ottobre 2021
L'alunno del liceo Cevolani di Cento ha pubblicato un libro di poesie che ha ricevuto il plauso del Presidente della Repubblica

Giacomo Tropeani e la poesia che salva il mondo

di Redazione | 2 min

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Il liceo Cevolani di Cento

Cento. Qualcuno dice che la poesia salverà il mondo. Di certo ha salvato l’anno scolastico più deprimente e più lungo di Giacomo Tropeani e quello di chi condivide con lui le mattine a scuola: tutte uguali, grigie e silenziose, perché private del vero cuore pulsante della scuola, con i ragazzi costretti alla didattica a distanza dalla pandemia.

Giacomo, che tanto aveva aspettato “l’anno della quinta”, quello dell’esame, non vuole venire più a scuola. Non ci si ritrova più: non è la sua scuola quella, e per protesta dorme. Dorme a sonno pieno, indolente, quasi irriverente, fino a quando il suo professore di italiano, dopo una discussione, gli propone di trasferire in versi tutta la sua noia, la sua rabbia e la sua delusione. Giacomo, che scrive poesie da sempre, accoglie la proposta. Realizza il primo componimento, Perché dormo, e, subito dopo, Breve pena la solitudine. Ecco come nasce Σιωπή/Siopè, in silenzio.

La poesia d’apertura arriva sesta al XXV concorso internazionale di poesia Il Saggiocittà di Eboli, mentre l’intera raccolta ottiene il plauso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ringraziato Giacomo con una lettera scritta di suo pugno. Il 2 ottobre scorso, nel contesto accogliente e familiare della Sala da Tè di Cento, la raccolta è presentata al pubblico dall’autore stesso, che dialoga con Stefano Cariani e Anna Marrone, due dei suoi professori del liceo. Un bel momento, commovente e divertente al tempo stesso, che lascia nel cuore di tutti l’attitudine più spiccata di Giacomo: quella alla speranza.

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