Attualità
26 Settembre 2021
Nell'anniversario dell'uccisione, l'iniziativa al Parco Coletta con la partecipazione della Curva Ovest: "Questo calore sia una carezza rivolta a te"

Aldro vive, papà Lino: “Dopo sedici anni è stata restituita dignità alla vita di un giovane”

di Redazione | 4 min

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di Andrea Mainardi

“Adesso sono le undici, e proprio a quest’ora intravidi dal davanzale della finestra coloro che mi portarono la terribile notizia“. Queste sono le prime parole di Lino Aldrovandi durante la commemorazione organizzata dalla Curva Ovest in ricordo del figlio Federico brutalmente ucciso nel 2005 da quattro agenti di Polizia.

“Ricordo che dissi subito ‘Federico è morto?’ e i loro occhi affranti mi confermarono che non c’era più. Una parte di noi se ne andava per sempre e non si può descrivere il dolore di quei momenti e vi garantisco che non fu meno doloroso venire a scoprire, dopo tre processi, che quel figlio che con amore avevi cresciuto e che nulla di male aveva fatto era stato ucciso da quattro persone in divisa. Quattro schegge impazzite in preda a delirio come vennero definite dal Procuratore Generale durante l’ultimo processo in Cassazione, prima della loro condanna definitiva. Scoprii che me lo avevano bastonato di brutto per mezz’ora per poi tempestarlo di calci mentre era bloccato a terra, e ad oggi non so ancora per cosa. Scoprii una versione ufficiale non vera, come accaduto in tanti altri casi: si può dire malapolizia?”.

Tante istituzioni sono state vicine a lui ed alla moglie Patrizia, allora come oggi: “I gradi di giudizio poi non diedero adito a ‘se’ o ‘ma’. Federico senza aver dato senza ragione alcuna ce lo massacrarono di brutto fino a rompergli il cuore e il perchè di questo non lo sapremo mai. Non posso non essere d’accordo col sindaco Fabbri quando lo scorso anno scrisse ‘quindici anni fa veniva barbaramente ucciso Federico Aldrovandi’. Non esistono altre parole idonee per descrivere una morte così assurda e ingiustificata, perpetrata da chi la vita aveva il dovere di proteggerla. Dopo sedici anni dopo quella mattina bastarda e assassina, tantissime persone a partire dalla istituzioni ci sono state accanto e assieme abbiamo restituito rispetto e dignità alla vita di un giovane“.

Tra coloro che più si sono battuti per ottenere la verità su quanto accaduto a Federico, c’è indubbiamente il mondo degli ultras, che lo omaggia assieme all’associazione Figurine Forever attraverso la stampa di una figurina celebrativa e con lo svolgimento di un torneo di calcetto presso il parco Coletta adiacente al grattacielo: “Oggi tra le tante preziose creazioni dedicate a Federico in questi anni – prosegue Lino Aldrovandi – viene presentata una figurina molto toccante e significativa. Ringrazio ‘FigurineForever’ per questa bella idea e cito ancora il sindaco Fabbri, quando dice che ‘la memoria è importante e va tramandata da generazione in generazione’. Ringrazio anche tutti i ragazzi facenti parte del mondo ultras che ho avuto l’onore ed il privilegio di conoscere, avete mostrato al mondo una parte bellissima del vostro cuore. La vostra passione e il vostro calore sono un qualcosa di unico che terremo caro per sempre io e Patrizia. In voi rivedo la gioia di vivere di mio figlio“.

Il dolore immane si trasforma così in caloroso ricordo e una speranza per il futuro: “In questa figurina Federico indossa la maglia della Spal, con quel profumo di gioventù inebriante che sprigiona. Anche lui avrebbe voluto vivere questi anni meravigliosi sui gradoni della Curva, ed ora lo fa dal ‘secondo anello’ nella dimensione in cui si trova purtroppo assieme a tanti altri che continuano a lasciarci in questi tempi duri. Saremo tutti lì, alla Spal, in attesa che quel pallone vada a scuotere la rete magari proprio di fronte alla Ovest affinchè quel calore e quella passione che sedici anni fa ti strapparono senza ragione siano come carezze rivolte a te e ad ogni bimbo di questa terra, che pian piano crescerà speriamo in un mondo migliore. Grazie a tutti per esserci stati”.

Prima dell’inizio del torneo ideato dalla Curva Ovest anche il sindaco Alan Fabbri ha voluto lasciare la sua testimonianza: “Oggi parliamo di un momento importante per la città. Non deva capitare mai più e ciò che la famiglia ha fatto è stato molto importante, scontrandosi anche contro un sistema che non ammetteva un atto violento commesso da colpevoli che, a loro volta, dovevano pagare. L’attuale Capo della Polizia ha voluto incontrare la famiglia Aldrovandi la scorsa settimana come gesto di vicinanza e scuse per quanto accaduto. A Federico verrà intitolata la nuova biblioteca nei pressi dell’Ippodromo e auspico ciò come un passaggio di testimone e segno di cultura e civiltà“.

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