Alla scoperta delle piante primordiali di Copparo
A Copparo vivono piante appartenenti a specie di origine antichissima: vere e proprie testimoni dell’evoluzione vegetale, che crescono silenziose tra le vie del territorio
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Copparo. Il progetto ‘La cooperazione di comunità per la coesione sociale’ è pronto per l’attuazione sul territorio copparese.
È stato analizzato, mercoledì 22 settembre, nel corso della riunione della Commissione consiliare attività produttive, a cui hanno partecipato l’assessore Bruna Cirelli, con la responsabile comunale Giulia Minichiello, Secis e Poleis, che si occupano dei servizi di coordinamento, monitoraggio e promozione e di animazione territoriale e comunicazione.
L’introduzione è stata affidata a Caterina Ferri, che, insieme a Silvia Pulvirenti di Confcooperative, ha inquadrato il progetto nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne. Al Comune di Copparo è stato assegnato infatti un finanziamento di 125mila euro, che comprende anche interventi di messa a norma, di ristrutturazione e fornitura arredi per una sede, individuata nell’ex scuola di Ambrogio, per un percorso che vuole tuttavia coinvolgere l’intero territorio.
Ospite dei lavori Andrea Zanzini, che ha testimoniato diverse esperienze, in contesti analoghi di Aree Interne, condotte da Appennino l’Hub, per comprendere come fattivamente giungere a fare impresa comunitaria. «Le cooperative di comunità – ha spiegato – hanno il valore di rigenerare fiducia, relazioni e visioni di futuro, di fare impresa a partire dalle aspirazioni della comunità e di ricreare luoghi, servizi e attività commerciali con un occhio di riguardo per l’innovazione, con quel tanto di tradizione che serve, e per la cooperazione tra abitanti, con altre realtà del territorio e con il mondo».
È passata attraverso le fasi di ricucitura delle relazioni e dei legami di fiducia, di incubazione della cooperativa, di costruzione di un solito progetto di impresa e di ricerca di finanziamenti la riapertura di un antico forno a San Leo. L’ultimo forno del paese della Valmarecchia ha chiuso nel 2018, dopo tre generazioni, e ha riaperto nel 2021 attraverso una cooperativa di 70 soci, su 100 abitanti, con 5 dipendenti. Sulla stessa modalità di confronto è coinvolgimento si è
sviluppata pure la riattivazione dell’ecopark di Casteldelci.
Filippo Ozzola ha illustrato la parte partecipativa del progetto copparese, che precede quella sostitutiva e che è affidata a Poleis.
L’iter si articolerà in diverse fasi in un periodo di circa sei mesi, di qui alla prossima primavera. Si inizierà con una fase di scouting attraverso prima una condivisione interna, per cogliere indicazioni, obiettivi e una iniziale mappatura dei bisogni, quindi una lettura dei bisogni, attivando tavoli di ascolto e incontro rivolti a target specifici rispetto ai temi a cui potrà guardare la cooperativa.
Di seguito è prevista la restituzione mediante un documento delle attività da sviluppare. Una ulteriore fase scenderà nella progettazione vera e propria dei servizi, a partire da sopralluoghi, aperti la comunità, nella sede individuata per la cooperativa e da laboratori di coprogettazione: tavoli periodici individueranno, in base ai bisogni, agli spazi e alle disponibilità, gli elementi di partenza per poi arrivare a un business plan e dare vita a un’esperienza di cooperazione.
Importante sarà la comunicazione e la promozione, fondamentale per un simile modello partecipativo.
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