Ci sono anche le firme di due professori dell’Università di Ferrara tra le oltre 400 sottoscrizioni dei docenti e ricercatori universitari contro l’obbligo del green pass per accedere agli atenei.
Si tratta di Alfredo Mario Morelli, professore associato di lingua e letteratura latina, e Veronica Dal Buono, professoressa associata di Design.
L’appello è “contro la natura discriminatoria del ‘green pass’, per ribadire che l’Università è un luogo di inclusione e per avviare un serio e approfondito dibattito sui pericoli di una tale misura, evitando ogni forma di esclusione e di penalizzazione di studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo”. Secondo i sottoscrittori, l’obbligo della certificazione verde “estende, di fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico”.
“Nello specifico della realtà universitaria – si legge ancora nell’appello -, i docenti sottoscrittori di questo pubblico appello ritengono che si debba preservare la libertà di scelta di tutti e favorire l’inclusione paritaria, in ogni sua forma. Nella situazione attuale, o si subisce il green pass, oppure si viene esclusi dalla possibilità di frequentare le aule universitarie e, nel caso dei docenti, si è sospesi dall’insegnamento: tutto questo viola quei diritti di studio e formazione che sono garantiti dalla Costituzione e rappresenta un pericoloso precedente. In sostanza, la ‘tessera verde’ suddivide infatti la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B”.
Tra i firmatari più noti ci sono anche Paolo Becchi – professore di filosofia del diritto all’Università di Genova, vicino alla galassia degli ‘scettici del Covid’, oppositore del green pass – e il professor Alessandro Barbero, professore di storia medievale all’Università del Piemonte Orientale, notissimo per i suoi libri e le sue conferenze di divulgazione della storia, che in un intervento organizzato dalla Fiom di Firenze ha spiegato di trovare il green pass una misura “ipocrita”, mentre non avrebbe nulla da contestare nell’introduzione di un obbligo esplicito di vaccinazione perché considerata necessaria.
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