Cronaca
4 Settembre 2021
Presentata l'annunciata richiesta di incidente probatorio: “È giusto capire chi ha ragione, se tutti i consulenti della difesa o quello del pm”

Stadio Mazza, le difese chiedono la superperizia

di Daniele Oppo | 3 min

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Era stato largamente preannunciato, ora è ufficiale. Le difese di quattro dei principali indagati per i lavori allo stadio “Paolo Mazza” di Ferrara hanno presentato una richiesta di incidente probatorio. In altre parole, chiedono al giudice di nominare un suo perito che verifichi se quei lavori sono stati fatti correttamente o meno e anche di valutarne la sicurezza.

La richiesta, lunga nove pagine, è stata depositata venerdì 3 settembre. A presentarla sono stati i difensori di Giuseppe Tassi (dell’omonimo gruppo, capofila delle aziende che hanno eseguito l’appalto, indagato per frode in pubbliche forniture; avvocati Giulio Garuti e Paolo Loberti), del progettista e direttore dei lavori Lorenzo Travagli (indagato per frode e falso) e del collaudatore della e Fabrizio Chiogna (indagato per falso, avvocato Vincenzo Bellitti per entrambi) e Alessio Colombi (indagato per falso, avvocato Alberto Bova).

Lo scopo è che sia il perito del giudice per le indagini preliminari a dipanare la matassa: “Siamo fiduciosi nell’accoglimento della richiesta – spiega l’avvocato Bova – perché è nell’interesse di tutti ed è giusto capire chi ha ragione, se tutti i consulenti della difesa o quello del pm (il professor Carlo Pellegrino, ndr)”.

“È una questione tecnica – afferma l’avvocato Bellitti -, abbiamo la necessità di avere un consulente super partes che ci dia un’interpretazione. Secondo noi la contestazioni fatte da Pellegrino non sono tali da inficiare la sicurezza dello stadio”.

Nel caso di accoglimento della richiesta potrebbe crearsi qualche ritardo nello sblocco dello stadio, soggetto – per via del dissequestro condizionato da parte della procura – alla necessità di una progettazione esecutiva per sistemare quelle che sarebbero le gravi anomalie riscontrate nelle coperture delle tribune nord ed est e nella gradinata est.

Uno degli obiettivi espliciti della richiesta di incidente probatorio è, in questo caso, ‘congelare’ lo stato delle cose e quindi evitare le modificazioni portate necessariamente dai lavori di adeguamento. E a dettare un’accelerazione è stata anche la decisione della Spal di affidare la progettazione dei lavori di messa in sicurezza al professor Gian Michele Calvi. Quindi, sostengono i legali, o la perizia si fa ora o l’accertamento sarà impossibile in futuro.

Quattro sono le situazioni che si chiede che vengano vagliate dal perito: valutare la conformità del progetto alla normativa tecnica; determinare eventuali scostamenti delle strutture rispetto alle norme, anche in relazione alla sicurezza delle stesse; rilevare e quantificare i profili di pericolosità delle strutture e, infine, definire i ruoli delle diverse ditte intervenute nelle varie fasi di lavorazione, nonché di tutti gli attori coinvolti.

E ora, come già nel caso del sequestro, la patata bollente del “Mazza” passa di nuovo al giudice.

Nel frattempo le difese stanno anche valutando l’opportunità o meno di chiedere il riesame del provvedimento di sequestro.

 

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