Cronaca
26 Agosto 2021
Il nuovo padiglione verrà realizzato in aree usate per la socialità all'aperto, gli avvocati: “Continueranno a mantenere alta l'attenzione”

Il progetto di ampliamento del carcere preoccupa la Camera Penale di Ferrara

di Redazione | 2 min

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Un nuovo padiglione per ampliare le dimensioni del carcere di Ferrara a scapito però delle aree all’aperto fruibili dalle persone ristrette per la socialità. È la situazione ha suscitato “particolare allarme” nella delegazione della Camera Penale Ferrarese e dell’Osservatorio Carcere che mercoledì ha fatto visita alla Casa circondariale estense.

“Come si è potuto constatare nel corso della visita”, si legge nella nota firmata dagli avvocati Pasquale Longobucco (presidente della Camera Penale), Filippo Barbagiovanni e Alessandra Palma (responsabili dell’Osservatorio Carcere), “il nuovo padiglione dovrebbe, infatti, sorgere nelle aree ove ora si sviluppano gli orti e il campo sportivo determinando, così, una drastica riduzione degli spazi all’aperto utilizzati per lo svolgimento di importanti attività e della socialità”.

Camera Penale e il suo Osservatorio carcere “continueranno a mantenere alta l’attenzione perché anche l’impianto edilizio del carcere è parte fondamentale affinché la pena non divenga contraria al senso di umanità e possa tendere alla fondamentale opera di rieducazione”.

Per il resto gli avvocati hanno acquisito informazioni su come la struttura detentiva ha affrontato, anzitutto il tema della salute dei detenuti assumendo informazioni sulla gestione dell’emergenza pandemica che, come noto, ha messo a dura prova il già affaticato sistema carcerario. “Lo sforzo profuso dal personale sanitario e dell’amministrazione penitenziaria – affermano – ed i protocolli introdotti hanno permesso di contenere il numero di contagi e di evitare il diffondersi di focolai all’interno dell’istituto”.

L’attenzione si è rivolta poi sulle attività trattamentali, “potendo apprezzare, come già nel corso delle visite degli ultimi anni, gli sforzi di tutto il personale (con l’ausilio anche di locali realtà del volontariato) per consentire ai detenuti la fruizione del maggior numero di attività possibili (scuola, orti, campo sportivo, laboratori, etc.)”.

Anche se proprio in questo contesto, rilevano Camera Penale e osservatorio, “la scarsità del personale, di fondi e di progetti impediscono, tuttavia, di estendere le attività trattamentali (in particolare quelle lavorative) a numeri rilevanti di detenuti sì da rendere effettiva la finalità rieducativa della pena”.

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