Politica
4 Agosto 2021
Chiesto il ritiro del subemendamento. La referente regionale dell'associazione, Angela Natati: "Le denunce di violenza diventerebbero grimaldello per disapplicare l'affido condiviso"

“Non si cancelli il diritto dei figli alla bigenitorialità”: Aletheia scrive alla Commissione Giustizia

di Redazione | 3 min

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Che ne è oggi della libertà di stampa?

Una mattinata intensa, fatta di riflessioni, scambi accesi e una domanda di fondo: che ne è oggi della libertà di stampa? È attorno a questo interrogativo che si è sviluppato il convegno organizzato dall’Associazione Stampa Ferrara in occasione dei suoi 130 anni, con l’evento “Le tante facce della giustizia e dell’informazione: libertà di stampa tra diritti/doveri, poteri e responsabilità”

L’avvocato Angela Natati

“Stiamo assistendo a un preoccupante attacco al diritto dei figli alla presenza nella loro vita di entrambi i genitori, la cosiddetta bigenitorialità”. A parlare è l’avvocato Angela Natati, referente regionale dell’Associazione Nazionale Aletheia Associati Professionisti per la bigenitorialità, che a livello nazionale ha scritto alla Commissione Giustizia del Senato chiedendo di ritirare il subemendamento che cancellerebbe di fatto tale diritto “indisponibile, assoluto, protetto da ogni Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, dalle norme sovranazionali (art. 8 Cedu), dalla nostra Carta Costituzionale, dall’art. 337 ter e ss. del Codice Civile, e dai continui, numerosi arresti della Giurisprudenza di Merito e Legittimità che ne affermano l’ineludibile applicazione, salvo gli ovvi casi eccezionali, residuali, già previsti dalla legge”.

Assistiamo, purtroppo, con sempre maggiore frequenza nella trattazione delle vicende separative affidateci – spiega Natati – la triste diffusione del fenomeno delle false denunce per violenza endofamiliare contro uno dei genitori – spesso le donne – sapientemente pianificate, nella stragrande maggioranza dei casi, come strategia di prossimità all’apertura dei procedimenti separativi, in ragione dei già enormi “benefici” che assicura il Codice Rosso. Il preoccupante subemendamento che si contesta, costituisce un grimaldello politico-ideologico per sovvertire il nostro attuale assetto normativo, grazie ai cui principi di garanzia costituzionale – ed in primis il principio di presunzione di innocenza sino al giudicato – si realizza la netta separazione tra il processo civile e quello penale, giungendo in tal modo a garantire a tutti i genitori l’accertamento della verità attraverso le opportune indagini, ma senza per questo ledere, nel corso nell’iter procedurale, il diritto del minore alla Bigenitorialità”.

“Con vero azzardo giuridico – aggiunge la referente regionale dell’Associazione Nazionale Aletheia – la Commissione parlamentare mira invece a licenziare le denunce di violenza munendole a priori del sigillo di prova legale, come presupposto sufficiente a legittimare il Giudice civile a disapplicare “d’ufficio” il regime di affido condiviso, in nome dell’interesse del minore, come se il diritto alla bigenitorialità non costituisse la modalità, più alta e pregnante, per realizzare in concreto tale interesse”.

Secondo Aletheia, la violenza è già oggi contrastabile dalla normativa vigente, mentre si teme che il ricorso a generiche espressioni come “violenza domestica” possa generare irrimediabili abusi del diritto con buona pace dell’”interesse del minore” che si enuncia voler salvaguardare, “con grave lesione del diritto al contraddittorio e al civile bilanciamento delle opposte posizioni difensive delle parti, ma anche con drastica limitazione dei poteri d’ufficio del Giudice alla cui autorevolezza e preparazione specialistica si potrebbe finalmente rimettere per le finalità proprie di tutela del minore”.

L’approvazione di tale emendamento, insomma, per l’associazione Aletheia non alleggerirebbe il processo di famiglia, ma sarebbe, al contrario, “causa di aggravamento dovuto al conflitto permanente, all’interruzione delle relazioni familiari con ogni conseguenza sociale e sull’amministrazione giudiziaria”.

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