Goro
16 Luglio 2021
Accusò ingiustamente una famiglia. Per don Bruscagin un anno e mezzo in rito abbreviato

Calunnia nell’omicidio Branchi. Condannato l’ex parroco

La lettura della sentenza
di Redazione | 3 min

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La lettura della sentenza

Per il tribunale di Ferrara don Tiziano Bruscagin ha calunniato la famiglia Gianella. Il gup Vartan Giacomelli ha emesso la sua sentenza in rito abbreviato e ha concluso il processo di primo grado contro l’ex parroco di Goro.

Il prete, oggi 81 anni, era accusato di calunnia nei confronti dei due fratelli Alfredo e Francesco Gianella, figli di Ido, deceduto anni fa, indicati da lui come coinvolti insieme al padre nell’omicidio di Willy Branchi, avvenuto nel 1988.

Il don più volte nel tempo e già a ridosso del brutale assassinio di Willy, avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1988, e poi ancora nel 1996, fece intendere di sapere chi aveva compiuto quel brutale omicidio.

Inizialmente raccontò che l’assassino si era confessato proprio con lui il giorno successivo e per questo non poteva rivelarne l’identità. Poi, anni dopo, emerse il nome di Ido Gianella e lui confermò, sostenendo questa volta che l’informazione gli era arrivata tramite una vox populi. Di fatto però, nella ricostruzione accusatoria, quella che nel tempo è diventata vox populi era nient’altro che la voce dello stesso don.

Bruscagin ha ondeggiato tra l’affermare di aver sempre indicato agli inquirenti Gianella come autore e l’opporre il segreto confessorio per non poter rivelare il nome dell’assassino agli stessi inquirenti, fino a confermarlo al giornalista Nicola Bianchi (che lo stava registrando) e sostenere in un’intercettazione disposta dalla procura di sapere che Gianella non c’entrava nulla.

Ecco perché avrebbe calunniato padre e i due figli, con questi ultimi che avrebbero aiutato a disfarsi del cadavere trucidato di Willy e oggi parti civili assistite dall’avvocato Dario Bolognesi.

Oltre alla pena detentiva, con pena sospesa per cinque anni (il pm Andrea Maggioni aveva chiesto 2 anni e 8 mesi), il giudice ha condannato Bruscagin a risarcire le parti offese per danni morali per 50mila euro (25mila per ognuno dei figli). È stato invece assolto per la calunnia nei confronti del padre, essendo Ivo Gianella già deceduto una volta che l’imputato fece le dichiarazioni oggetto del processo.

L'avvocato Milena Catozzi

L’avvocato Milena Catozzi

“Non ce l’aspettavamo, siamo molto delusi”, si rammarica all’uscita del palazzo di giustizia Milena Catozzi, l’avvocato che insieme a Marcello Rambaldi difende l’ex parroco. Il legale anticipa che farà sicuramente appello dopo aver letto le motivazioni che verranno depositate entro 60 giorni. “Saranno sicuramente molto articolate – riflette Catozzi – e solo dopo il deposito della sentenza capiremo su quali basi il giudice ha deciso. Il nostro assistito ha sempre voluto collaborare alle indagini”.

Sull’esito del primo grado il diretto interessato (assente anche alla lettura della sentenza) non si vuole esprimere. “Vuole solo stare tranquillo – si fa portavoce l’avvocato Catozzi – e lasciarsi alle spalle questa vicenda”.

Tutt’altra reazione invece per le parti civili, con l’avvocato Bolognesi “molto soddisfatto, perché questa famiglia ha sofferto tantissimo in questi anni per colpa di questa calunnia”. “Il danno è difficile da recuperare – aggiunge -, ma alla fine la verità è emersa: erano solo falsità”.

Era parte civile, prima di ritirare la costituzione, anche l’avvocato Simone Bianchi, che assiste Luca Branchi il fratello di Willy. “La famiglia – spiega il legale – non ha mai voluto soldi dal prete, solo far emergere tutti i silenzi e i danni che quella persona ha arrecato alle indagini. L’obiettivo della famiglia è giungere finalmente alla verità e il processo principale serve proprio ad andare in questa direzione”.

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