Una donna di Ferrara è rimasta vittima di una “sextortion”, letteralmente estorsione sessuale, messa in piedi da un giovane 28enne lombardo a cui aveva inviato immagini di “nudo”. Si è però rivolta alla Polizia Postale di Ferrara che ha individuati e denunciato il responsabile.
Tutto ha avuto inizio nel mese di febbraio con una chat aperta sul social network Facebook. La donna, dopo aver inviato una richiesta di amicizia al giovane, che si palesava di bell’aspetto, ha intrapreso una relazione basata su conversazioni sino a raggiungere un certo stato confidenziale. In seguito il giovane ha chiesto e ottenuto delle immagini “hard” dalla vittima, attraverso le quali ha iniziato a ricattarla, minacciandola di pubblicare sui social network il contenuto delle conversazioni tra loro intercorse e le foto erotiche ottenute, qualora non avesse ricevuto in tempi brevi una somma di denaro .
La donna, spaventata da quanto stava accadendo, e destinataria di sempre più insistenti e frequenti minacce, si è quindi rivolta agli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni i quali, al termine di approfondite indagini, seguendo le tracce “informatiche” che il giovane aveva lasciato, lo hanno infine individuato, scoprendo inoltre che per attrarre le cosiddette amiche virtuali aveva utilizzato una falsa identità attraverso il fenomeno del “catfish”, molto diffuso sui social, utilizzando cioè una falsa identità.
L’attività investigativa della Polizia Postale si è conclusa con il sequestro dei dispositivi utilizzati dal malvivente che è stato deferito all’autorità giudiziaria per tentata estorsione.
La sextortion o ricatto sessuale è un fenomeno in espansione, dove le vittime sono per la maggioranza adolescenti e persone sole. Consiste nel minacciare di rendere pubbliche le informazioni private di una vittima a meno che questa non consegni la somma di denaro richiesta dall’estorsore. In un’era digitale come la nostra, le informazioni potrebbero includere frammenti di messaggi di testo sessuali (sexts), foto private e anche video. I malviventi generalmente chiedono denaro anche se a volte cercano materiale ancor più compromettente (inviaci altro o rendiamo tutto pubblico). Si ricorda che qualsiasi cosa venga condivisa online può essere resa pubblica e chattare con sconosciuti amplifica i rischi.
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