Attualità
5 Luglio 2021
Intervento della professoressa Carlotta Giorgi sottoscritto da 22 ricercatori sulla candidatura al Rettorato

“Elezioni Unife, mi schiero dalla parte della meritocrazia e della trasparenza”

Carlotta Giorgi
di Redazione | 8 min

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Carlotta GiorgiNon ho mai interferito in questa campagna elettorale, perché questa è la sua sfida. In quanto dipendente UniFe mi è sembrato più giusto e obiettivo osservare, ascoltare tutte le parti senza esternare e quindi fare pesare su qualcuno un pensiero, una opinione che avrebbe potuto essere letta di “parte”.

Ho continuato insomma a fare il mio lavoro di tutti i giorni, quello di ricercare per scoprire e fare nuove conoscenze, senza farmi troppo coinvolgere da questo “duello”, pur ovviamente seguendone tutte le fasi.

Purtroppo però continuo ad assistere al diffondersi di cose false, commenti assolutamente non veri sul suo conto, senza nulla di fondato, diffusi solamente e con il mero spirito di creare confusioni e incomprensioni.

Ho deciso quindi di fare sentire la mia voce, come dipendente UniFe, come sua collega e collaboratrice e come donna. E insieme a me si sono uniti tutte le ragazze e ragazzi dei nostri laboratori.

Lui è Paolo Pinton, oggi candidato Rettore ma per me soprattutto un mentore, un mio sostenitore in ambito scientifico, una guida e anche un amico sincero. Lo conosco da molto tempo, ora siamo colleghi “alla pari”, gestiamo due gruppi di ricerca indipendenti ma condividiamo gli stessi laboratori dove lavoriamo quotidianamente.

Per noi ricercatori fare ricerca significa mettersi sempre in discussione e confrontarsi, sia con le conoscenze già presenti che con le nostre capacità e quelle dei nostri colleghi. Chi ha fatto della ricerca la sua vita è ben abituato a doversi confrontare con altre persone, molto spesso per difendere i propri ideali e le proprie scoperte.

Io ho la fortuna di potermi confrontare con lui quotidianamente e con noi anche tutti i ragazzi che lavorano nei nostri lab, senza paure, senza restrizioni, ma esprimendo liberamente le proprie idee e pensieri.

Confronto significa confrontare, e/o essere confrontato e noi siamo abituati a questo.

Ma questa parola, questo concetto dovrebbe essere d’uso più comune in ogni ambito, non solo in quello della ricerca e tanto più in un evento così importante come l’elezione del nuovo Rettore.

Quindi mi stupisco e mi dispiaccio nel leggere sulla stampa locale, accuse verso colui che per sua natura e comunque per dovere etico del suo lavoro è sempre dedito ed aperto a questo tipo di approccio. E penso che questo sia per lui un vanto e non una debolezza da nascondere.

Il confronto, come indicato dal vocabolario “Treccani”, implica la possibilità di paragonare due o più sostenitori di tesi, concezioni, programmi diversi, e si propone non tanto la lotta e la vittoria di una delle parti quanto la possibilità di un’intesa attraverso un dialogo aperto ed equilibrato.

Questo è tutto ciò a cui aspira Paolo.

Lui non ha mai accusato nessuno, non è aggressivo e tanto meno violento, è sicuro, concreto e determinato. Ho visto scritte parole come “livore”: sentimento di invidia astiosa e maligna, rancore velenoso, come definito di nuovo dal vocabolario “Treccani”.

Ecco lui è esattamente l’opposto, non ha invidia si confronta regolarmente e sostiene la meritocrazia, i bravi sono per lui una guida uno stimolo a fare sempre meglio e la sua missione anche in laboratorio è sempre stata quella di insegnare e trasmettere il suo sapere ai giovani affinché potessero crescere.

L’invidia è la religione dei mediocri, è sinonimo di insicurezza: lui non è mediocre e questo si legge sulla carta dal suo prestigioso CV, è concreto perché nella scienza senza concretezza non si ottengono risultati, e lui di risultati importanti ne ha ottenuti tanti con riconoscimenti internazionali ed è continuamente supportato da varie agenzie di finanziamento che credono e investono sui bravi solo se vedono risultati e concretezza.

Lui non è insicuro, altrimenti non avrebbe intrapreso le scelte che ha fatto, come quella di candidarsi come Rettore e di ricercare un onesto e trasparente colloquio. Concretezza e insicurezza sono due termini opposti e quindi se si è concreti non si può essere insicuri.

Lui non è astioso e maligno, se lo fosse stato non avrebbe creato il gruppo che ha, i giovani e le giovani non farebbero la fila per poter lavorare con lui e avere la possibilità di collaborare con lui.

Lui è totalmente trasparente, dice quello che pensa, sempre e comunque anche se certe volte può sembrare scomodo.

L’unico sentimento che penso ora provi sia dispiacere e risentimento perché questa amministrazione non gli ha permesso un vero confronto con l’altra candidata, né davanti a noi tutti personale universitario, né tanto meno davanti alla città. Al nostro interno si è svolta per via telematica l’Assemblea Elettorale in cui solo gli aventi diritto al voto hanno potuto partecipare (quindi tutti gli studenti, i ricercatori borsisti e tanti altri non hanno potuto seguire).

Non si può parlare di confronto perché di fatto sono stati due monologhi, in cui entrambi presentavano il proprio programma e senza possibilità di dibattito, in cui venivano scelte dai vari candidati le domande a cui rispondere, per la maggior parte dei casi già tutte preparate.

La città, le associazioni e i sindacati hanno provato più e più volte a superare gli ostacoli imposti dalla nostra Amministrazione organizzando varie occasioni di confronto a cui però si è sempre ritrovato da solo, senza risposta da parte dell’altra candidata. Questo di nuovo sono i fatti a dirlo.

Paolo cerca e chiede solo un confronto diretto, per poter capire anche i punti di vista dell’altro candidato e cercare anche vie di integrazione per la crescita ed il bene di UniFe.

Perché si, come diciamo sempre noi scienziati, ma è un dato di fatto, che ci si cura meglio dove si fa ricerca, ma si può fare buona ricerca solo dove esiste un vero confronto.

È inevitabile quindi che chi intende svolgere il compito di Rettore, debba essere ben pronto a sopportare dibattitti e confronti, e debba essere pronto a difendere e motivare le proprie idee. I dibattiti sono pubblici appunto per garantire al pubblico di valutare pienamente tutti gli aspetti dei candidati, incluso la loro abilità dialettica e la capacità di sostenere “attacchi” esterni.

Si è parlato di scontri, di nuovo la parola indica contrasti, discussioni tra due parti: ma come è possibile avere scontri se nemmeno c’è mai stata occasione dei due di trovarsi??? Di lui si è detto che è poco incline al dialogo e distruttivo: una persona che fa ricerca può solo che creare non distruggere, chi continua a dare disponibilità per confronti è una persona totalmente incline al dialogo.

Definire infine questa campagna come la “notte dei lunghi coltelli”, implica un riferimento politico nazista in cui vennero uccise e imprigionate centinaia di persone. Di nuovo questa visione distorce totalmente la realtà dei fatti, una realtà in cui Paolo di sicuro non si è mai esposto sulle sue visioni politiche e tanto meno di tipo così estremista, che per altro non dovrebbero influenzare la scelta di un candidato.

Ma se vogliamo di nuovo riportarci alla concretezza e obiettività, come si evince chiaramente dal suo programma, dal suo videomessaggio e da tutti i suoi interventi, la sua visione di UniFe è basata sul concetto di democrazia, di apertura e dialogo, di rispetto trasparenza e armonia, quindi una visione di estremista “bellicoso” non ha nessun fondamento tangibile.

E se oltre a queste evidenze concrete e documentate, su cui però qualcuno disegna menzogne e falsità gratuite, si fa leva sulle questioni di genere io come donna mi sento ancora più chiamata in causa. Il genere non definisce il nostro carattere. In quanto donna io non mi sento maggiormente rappresentata da un candidato donna solo perché tale.

Tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno che vada oltre questi concetti e permetta a tutti di essere valutati per i propri risultati e i propri sforzi, indipendentemente dal genere. E questo mio pensiero è condiviso non solo da tutta la componente femminile presente nel mio laboratorio e in quello di Paolo, ma anche da quella maschile. Perché in gioco c’è il nostro futuro, siamo chiamati a votare chi sarà la nostra guida per i prossimi 6 anni, non a fare una scelta tra maschio o femmina, uomo o donna.

A mio parere, chi ci rappresenterà dovrebbe avere, oltre alle capacità, all’entusiasmo e alla voglia di assumersi un compito così oneroso come la guida di un Ateneo, dei valori morali ed etici dimostrati e dimostrabili e penso che questo sia chiaro in Paolo. Chi agisce alla luce del sole sempre presente, sempre pronto a rispondere a domande e a presenziare non ha nulla da nascondere.

Lui, per quello che gli è stato concesso, si è sempre mostrato come è, senza filtri, senza paura di esternare e condividere le sue idee, anche se su certi temi in netto contrasto con la presente Amministrazione, ma anche con l’umiltà di essere aperto al dialogo e sempre disponibile per tutti.

Chiedo quindi un po’ di rispetto da parte dei colleghi e colleghe e, da parte della stampa, chiedo di riportare fatti realmente accaduti e riferimenti adeguati.

Chiedo inoltre a tutti coloro che tra due giorni saranno chiamati votare, come me, e che hanno avuto modo di incontrare e conoscere Paolo, personalmente ove è stato possibile o virtualmente, di riflettere nel loro intimo su chi è veramente questo candidato e cosa rappresenterebbe per noi, nella più totale libertà di scelta.

di Carlotta Giorgi

 

Seguono le firme dei componenti del Lab Prof. Giorgi & Componenti Lab Prof. Pinton:

Bianchin Silvia

Boncompagni Caterina

Bonora Massimo

Bouhamida Esmaa

Carinci Marianna

Danese Alberto

Della Sala Mario

Genovese Ilaria

Giacovazzi Stefania

Kahsay Asrat

Leo Sara

Missiroli Sonia

Modesti Lorenzo

Morciano Giampaolo

Daniela Ramaccini

Palumbo Laura

Patergnani Simone

Pedriali Gaia

Perrone Mariasole

Rimessi Alessandro

Vezzani Bianca

Vitto Veronica Angela Maria

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