A Ferrara la bicicletta è anche un mezzo per favorire il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, grazie a un protocollo d’intesa che ha ottenuto il via libera della giunta municipale e che sarà sottoscritto da Comune di Ferrara, Casa Circondariale “Costantino Satta” e Cooperativa sociale Il Germoglio.
Su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Cristina Coletti, l’amministrazione comunale si impegna, infatti, a sostenere le attività formative rivolte ai detenuti del carcere cittadino in materia di manutenzione e recupero delle biciclette.
In particolare, il Comune si rende disponibile a donare alla Cooperativa Il Germoglio, che dal 2017 gestisce all’interno del carcere il laboratorio ‘Ricicletta’, le biciclette rimosse per violazione del Codice della strada e acquisite al patrimonio comunale come oggetti abbandonati, non reclamati dai proprietari e privi di valore economico.
“In questo modo – spiega l’assessore Cristina Coletti – offriamo ai partecipanti alle attività formative del laboratorio materia prima su cui esercitarsi per acquisire nuove competenze, spendibili poi nel mondo del lavoro, al termine del percorso detentivo. Si tratta di un progetto di grande valore per tutta la comunità, poichè, favorendo percorsi individuali di reinserimento delle persone detenute, ne facilita il reintegro in società, promuovendo comportamenti responsabili e prevenendo il rischio di recidiva”.
L’attività del laboratorio si concretizza secondo un percorso formativo curato dalla Cooperativa Il Germoglio che si sviluppa in tre fasi: una prima fase teorica con un corso sulla sicurezza del lavoro; una seconda fase teorica in cui vengono definiti all’interno del gruppo le attrezzature necessarie, i materiali utilizzati, le procedure da seguire, le regole e i criteri d’impiego.
E una terza fase operativa in cui i detenuti si dedicano al recupero delle biciclette attraverso alcuni step di lavoro. In quest’ultimo ambito i partecipanti lavorano in particolare sui telai, procedendo allo smontaggio, alla pulizia, verniciatura e rimontaggio, fino all’uscita dal carcere del prodotto finito per il collaudo e la vendita da parte degli operatori di Ricicletta.
Il protocollo d’intesa, che avrà una durata di tre anni rinnovabile, prevede da parte della Casa circondariale l’impegno a individuare i detenuti da inserire nelle attività formative e a favorire il buon andamento dell’iniziativa.
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