
(archivio)
È un inizio estate difficile per il Po che, a causa delle scarse precipitazioni annuali e del caldo torrido, sta registrando portate in calo anche del 30%. E una delle zone sotto osservazione da parte dell’Autorità distrettuale è proprio quella del Delta del Po, tra i territori di Ferrara e Rovigo.
Secondo le rilevazione dell’Autorità Distrettuale del fiume Po non è solo il Grande Fiume a soffrire, perché anche i sottobacini patiscono le elevate temperature delle ultime settimane con massime di 32-34°C, tra 1 e 3°C superiori al clima degli ultimi 20 anni e locali punte giornaliere a 35-36°C.
È tutto il bacino a essere in grande difficoltà, a partire dal Piemonte, e non va meglio in Romagna e nelle zone del Delta dove il monitoraggio dell’Autorità Distrettuale del fiume Po è costante per via di possibili criticità generabili dall’intrusione del cuneo salino. Ma nelle ultime ore sono sotto osservazione anche il Piacentino e il Parmense. In Lombardia drastico calo della riserva idrica: – 8.5% nella sola ultima settimana.
La pianura del Reno, del Ferrarese, l’area deltizia e la Romagna, peraltro, sono le aree regionali dove le precipitazioni sono rimaste sotto la media del periodo.
Criticità derivanti soprattutto dalla mancanza di precipitazioni: si stima infatti siano caduti circa 20 mm rispetto ai 48 attesi (stime medie regionali Emilia-Romagna su 2001-2020). Calcolando le piogge da inizio anno resta un deficit medio regionale, sul clima 2001-2020, di circa 116 mm (- 34%), con punte più elevate sul settore orientale (Romagna, rilievi del Bolognese e aree limitrofe, dove si calcolano deficit tra 150 e 200 mm pari a oltre il 50 % delle piogge in meno).
“Siamo solo all’inizio di quella che si preannuncia come un’estate torrida e lunga – commenta Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po – la cui situazione climatica può arrecare preoccupazioni all’intero Bacino Padano. Se non si interviene repentinamente, simili periodi saranno sempre più frequenti: occorrono soluzioni che siano incisive per mitigare il rischio di queste prolungate endemiche siccità”.
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