Indiscusso
28 Giugno 2021

Le donne LEGAte

di Marzia Marchi | 2 min

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C’è qualcosa di surreale nella vicenda delle due consigliere comunali leghiste al centro di vicende politico-giudiziarie. Surreale per l’andamento dei fatti: almeno stando alla ricostruzione giornalistica che qualsiasi cittadino può leggere. Ma c’è una lettura tra le righe che, da donna, non posso esimermi di fare. Parto dalla strumentalizzazione di cui la consigliera Arquà dice di essere vittima. La Magistratura verificherà la fondatezza delle sue affermazioni, le quali, vere o non vere, la dicono lunga su quale sia l’approccio politico del partito che guida questo Comune. Se la consigliera dice la verità significa che personaggi influenti del partito hanno utilizzato la sua “pochezza” politica candidandola o accettando la sua candidatura pensando di avere un facile strumento tra le mani. Se la consigliera mente – come afferma il Sindaco dichiarandola pericolosa – ci si domanda, da cittadini, con quale criterio la sua candidatura sia stata accettata e perchè le siano stati dati anche incarichi organizzativi. Come la giri puzza!

Stesso dilemma irrisolto il caso della consigliera Ferraresi, la quale ha denunciato un ricatto politico: un posto di lavoro in Comune in cambio della rinuncia al ruolo di consigliera, dopo che aveva dissentito su alcune posizioni del partito.

Ciò che invece risulta chiarissimo è il concetto che la Lega ha delle donne: strumenti da utilizzare per consolidare un potere saldamente e incontestabilmente maschile!

Che ci sia un machismo leghista, peraltro beceramente esibito, è evidente non solo dalle modalità del leader nazionale che rosario in mano, sbeffeggia le donne che ricorrono all’aborto (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/17/aborto-la-sparata-di-salvini-e-di-una-misoginia-imbarazzante/5708179/), ma anche a livello locale dal consigliere comunale che esibisce la pistola (https://www.huffingtonpost.it/entry/il-leghista-candidato-a-ferrara-a-letto-con-la-pistola-la-tengo-perche-e-bella_it_5cf4f697e4b0e8085e3cee85),al consigliere comunale poliziotto indagato per istigazione alla discriminazione razziale (https://bologna.repubblica.it/cronaca/2020/09/09/news/lega_ferrara-266705851/) e l’elenco potrebbe continuare…del resto costoro sono i degni discendenti del “celodurismo” del fondatore del partito (https://www.newnotizie.it/2012/04/06/bossi-piu-di-20-anni-alla-guida-della-lega-dito-medio-e-celodurismo/).

Questo mio post è dunque rivolto alle donne, a quelle che, inspiegabilmente in quanto donne, hanno abbracciato i “valori” della Lega, che allo stato dei fatti mostra continuamente un volto decisamente maschilista e prepotente, che rivuole le donne confinate in ruoli subalterni ed è pronta a ricusarle se si permettono di dissentire.

Non sto difendendo le due consigliere a prescindere, soprattutto la Arquà che, in ogni caso, ha una notevole responsabilità personale, ma ritengo che in questa città due casi di questo tipo in Consiglio comunale siano decisamente troppi!

Mi auguro che si apra un dibattito sociale e politico sul ruolo delle donne non solo in politica ma all’interno delle istituzioni.

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