Attualità
24 Maggio 2021
Da anni alcuni residenti chiedono un passaggio in sicurezza. Appello al Comune

Via Pontegradella, quei 200 metri del terrore

di Redazione | 2 min

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“Egregio Signor Sindaco, Le scriviamo per richiamare la Sua attenzione su un problema di viabilità ciclabile che riguarda una ventina di famiglie, residenti nel braccio di via Pontegradella, all’altezza dello scolo San Rocco”.

Iniziava così l’appello firmato da decine di residenti rivolto all’allora sindaco Tiziano Tagliani e all’assessore ai lavori pubblici Aldo Modonesi. Una petizione consegnata nel maggio 2014 in Municipio, con la preghiera delle famiglie di far qualcosa per non rischiare “il dramma”.

Ma dal Comune nessuno si fece vivo, nonostante gli stessi residenti (circa 70 persone) avessero portato anche un piano di fattibilità redatto da un ingegnere civili per permettere il transito in sicurezza di pedoni e ciclisti sulla ciclabile di fronte, separata dal canale.

Ora però la voce dei residenti torna ad alzarsi dopo l’ennesimo incidente avvenuto domenica 17 in quei metri del terrore e le famiglie inviano la loro petizione questa volta alla stampa, nella speranza di essere ascoltati dall’attuale amministrazione.

“Da anni siamo costretti a raggiungere la ciclabile di via Pontegradella-via Carretti-via Pomposa con grossi rischi per l’incolumità nostra e dei nostri figli (nel borgo di questo tratto di via si conta una decina di bambini) – spiegano i firmatari -. Il primo punto utile per attraversare la via Pontegradella e raggiungere la pista ciclabile è offerto dal ponte di fianco a Palazzo Tassoni”.

Per raggiungerlo occorre percorrere circa 200 metri lungo una strada che non offre “vie di fuga”: non ci sono marciapiedi, né percorsi sicuri, né un minimo spazio che separi pedoni o cicli dalle auto in transito che, a dispetto dei limiti di velocità, di raro passano a una velocità di sicurezza.

“Non vogliamo tediare – scrivevano nel 2014 – con le paure e i pericoli nei quali ogni giorno dobbiamo incorrere per noi e i nostri figli per attraversare incolumi detto tragitto. Più volte si è rischiato il “dramma”. Per questi motivi chiediamo un pronto interessamento per un’opera di pubblica utilità, immaginiamo dai costi limitati, che potrebbe agevolmente sollevarci da questi patemi quotidiani e trovare una soluzione congeniale prima che la classica “disgrazia annunciata” preceda l’intervento di messa in sicurezza da parte del Comune di Ferrara”.

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