Politica
18 Maggio 2021
L’assessore risponde alle reazioni di Boldrini e ambientalisti e dà la colpa al Pd

Inceneritore. Balboni: “Abbiamo le mani legate”

di Redazione | 3 min

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Sulla vicenda dell’inceneritore il Comune sostiene di avere le mani legate. È quanto, in estrema sintesi, è emerso dalle parole dell’assessore all’Ambiente Alessandro Balboni, in risposta alle reazioni degli ambientalisti, dei comitati, dei partiti di opposizione e della senatrice Boldrini circa l’aumento della capacità – da 130 mila a 142 mila tonnellate – di bruciare rifiuti dell’inceneritore.

“I comuni egli enti locali non hanno alcun potere decisionale” annuncia l’assessore, con l’intenzione, dichiarata a inizio conferenza stampa, di “smascherare il Pd”. Questo grazie al decreto Sblocca Italia, in particolare all’articolo 35, “firmato peraltro dalla stessa Boldrini: con la scusa di snellire la macchina burocratica – prosegue Balboni – ha rimosso talmente tanti ostacoli da permettere alle multiutility che gestiscono gli inceneritori (nel nostro caso Hera) di farli funzionare al massimo della loro potenza, cioè alla fatidica soglia delle 142 mila tonnellate. E di poter recedere unilateralmente da qualsiasi accordo che prevedesse una soglia inferiore. Ciò di cui oggi ci accusano in maniera schizofrenica”.

La ‘palla’ dunque, e il potere decisionale di modificare la soglia di smaltimento, è tutta nelle mani di Hera: “ci ha comunicato tramite posta Pec il 30 ottobre la sua intenzione di aumentare la soglia – dichiara l’assessore – alla quale noi abbiamo risposto con orientamento di giunta negativo. Questo però non è bastato, perché alla conferenza dei servizi (tenutasi in marzo, ndr) è stato comunque dato il placet all’aumento”.

A chi si chiede come mai da ottobre, o anche da marzo, sia stata taciuta la cosa, Balboni risponde con la data della comunicazione ufficiale dell’esito della conferenza dei servizi: il 5 maggio. “Chi parlava di marzo, forse ha confuso un numero” ironizza, sebbene, in ogni caso, la questione fosse conosciuta dall’amministrazione anche sette mesi prima.

Un altro elemento “da smascherare”, secondo Balboni, è la possibilità, prevista per tutte le città che possiedono un inceneritore, “di raggiungere un accordo tra il Comune e la multiutility per ottenere il pagamento degli oneri di disagio ambientale per i cosiddetti ‘rifiuti speciali’: quelli, cioè, non urbani.

“Lo fanno tutte le città che possiedono un inceneritore – attacca l’assessore – tranne una. Pensate che a Modena, dove regna il Pd con varie sfumature di colore, con un accordo di circa 8 euro al kg, il Comune introita più di un milione di euro all’anno. Come mai le precedenti amministrazioni a Ferrara non hanno mai chiesto ad Hera un solo euro? Finora ci siamo privati di milioni che potevano essere messi a disposizione della collettività. Penso che il contesto di rapporti che il Pd di Ferrara aveva creato con Hera fosse dannoso, e mi sorge spontaneo chiedermi come mai Hera abbia deciso proprio con questa amministrazione l’aumento di soglia”.

Anche quello dell’aumento della raccolta differenziata è, secondo Balboni, un ‘mito da sfatare’. “È vero che in tal senso si sono ridotti i rifiuti indifferenziati urbani da smaltire – illustra l’assessore – ma questo vuol dire che il resto della capacità dell’inceneritore viene utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti non urbani (speciali, ndr) che vengono anche da fuori regione. Ed era così anche prima. Cosa e quanto bruciare non lo decidiamo noi, ma il Piano Regionale dei Rifiuti. E il fatto che l’inceneritore possa bruciare fino al massimo della sua potenza, per chiudere il cerchio, lo stabilisce l’articolo 35 del famoso decreto Sblocca Italia”.

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