di Lucia Bianchini

Un luogo dove ritrovare, nei limiti che la situazione pandemica impone, un po’ di contatto fisico con un semplice abbraccio. È questo lo scopo della ‘stanza degli abbracci’ allestita da Asp per far incontrare e abbracciare, protetti da un telo in plastica e con appositi ‘guanti’ gli ospiti della struttura e i loro familiari.

L’inaugurazione si è svolta nella mattinata di sabato 20 marzo alla presenza dell’assessora alle politiche sociali Cristina Coletti e di Andrea Maggi in veste questa volta di presidente dell’associazione Ferrara Cambia, promotore dell’iniziativa.

La struttura è stata realizzata grazie ad una raccolta fondi lanciata dall’associazione e al contributo della famiglia Osnato Pansini, la stanza degli abbracci è infatti dedicata a Donatella Pansini.

“Noi oggi siamo qui per ringraziare l’associazione Ferrara Cambia per quello che ha fatto – afferma Coletti –  dando un grande valore all’azione che oggi è stata messa in campo. Un abbraccio, un gesto che rientra nella nostra quotidianità, che oggi è impedito dalla pandemia fa capire come questi contatti siano importanti”.

“Oggi è una giornata bellissima per questa struttura, per noi di Ferrara Cambia e per tutta la città – prosegue Maggi -. Asp con il nostro gesto avrà uno strumento che permetterà l’abbraccio. Quello che oggi ci manca di più è proprio il contatto fisico tra le persone, e il pensiero va a chi non può avere nemmeno il supporto di un sorriso o di uno sguardo, così siamo arrivati a questo progetto. È un bel risultato, abbiamo raccolto in poco tempo una cifra considerevole, per la bontà dell’iniziativa e per la grande generosità dei ferraresi. Una donazione importante è venuta dalla famiglia Osnato Pansini, e una delle stanze è intitolata proprio a Donatella Pansini”.

Prima ad usufruire della stanza è stata la signora Loretta che ha finalmente potuto riabbracciare il marito, ospite di Asp, dopo sei mesi: “Io rappresento i familiari di tutte queste persone – racconta commossa -. Mio marito è stato un grande medico, abbiamo vissuto insieme sessanta anni ed ora faticosamente è qui, e forse sta meglio di me, e ringraziamo che ci siano iniziative come queste”.