Politica
18 Marzo 2021
Il sindaco di Ferrara aveva annunciato la presenza per i figli dei lavoratori dei servizi essenziali per poi rimangiarsi la parola

Scuole chiuse e retromarcia di Alan Fabbri, il Pd: “Serve rispetto per le persone”

di Redazione | 3 min

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Prima l’annuncio pubblico che il Comune di Ferrara avrebbe garantito la scuola in presenza non solo per i bambini con disabilità e categorie Bes, ma anche per i figli dei lavoratori dei servizi essenziali. Poi ci si rimangia la parola. E infine la retromarcia senza dare spiegazioni e facendo finta di nulla.

L’atteggiamento del sindaco Alan Fabbri e dell’assessora Dorota Kusiak finisce al centro di una interpellanza del Partito democratico sui servizi educativi da 0 a 6 anni in zona rossa.

Dopo l’annuncio della zona rossa e della conseguente didattica a distanza per ogni ordine e grado, il 12 marzo il comune di Ferrara annunciava di voler estendere la possibilità di frequentare in presenza anche ai figli di dipendenti che operano nei servizi indifferibili individuati tramite delibera, “di fatto contravvenendo – sottolineano i consiglieri dem – alla normativa nazionale che non prevede tale estensione.

Dalle dichiarazioni successive della assessora alla pubblica istruzione “pare che le categorie per le quali potesse valere questa estensione sarebbero state individuate direttamente dal sindaco, con ordinanza, tra quelle da lui ritenute indifferibili, in base a criteri del tutto soggettivi che superano le indicazioni di legge”.

Il 16 marzo però si apprende che il Comune fa retromarcia, “seguendo il solito schema di annunciare e poi ritrattare, alimentando la confusione in un periodo che richiederebbe ben altro atteggiamento prudenziale e rispettoso di normative e persone”.

È noto infatti, ricorda il Pd, che è fatto divieto alle regioni – e a maggior ragione ai comuni – di derogare in termini estensivi alle disposizioni sanitarie nazionali” e il sindaco, che è anche il presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di Ferrara, dovrebbe saperlo, “anche se in piena emergenza pandemica – punzecchiano i dem – talvolta preferisce sovraintendere all’espianto di alberi che presiedere la conferenza per definire con i soggetti interessarti le linee guida della sanità della nostra provincia”.

Oltre a questo, il Pd fa propria la preoccupazione di Cgil e Uil per quanto riguarda il preservare la cd. bolla per tutelare al massimo la salute e la sicurezza dei bambini e del personale: “al contrario, sul sito della Istituzione Scolastica del comune di Ferrara si legge che saranno organizzate «le attività in presenza per bambini con disabilità e con bisogni educativi speciali e che prevedono il coinvolgimento di un gruppo di pari»”.

Poco oltre, sempre sul sito del Comune di Ferrara si legge che «verranno adottate adeguate modalità organizzative (…) con particolare attenzione nella turnazione complessiva alle esigenze di conciliazione dei tempi del lavoro e di cura dei figli dei lavoratori coinvolti in questa fase dell’emergenza da Covid-19». Previsione questa “che non compare in nessuna norma nazionale, essendo obiettivo delle disposizioni nazionali il benessere di bambini con disabilità o bisogni educativi speciali, il che prescinde dalla attività lavorativa dei genitori”.

Alla luce di questo, i consiglieri di opposizione chiedono quale sia ad oggi la situazione dei servizi educativi 0-6 dall’ingresso di Ferrara in zona rossa; quali siano i criteri di rotazione garantiti per gli alunni compagni di bambini disabili e Bes cui è garantita la frequenza in presenza e se siano tali da garantire il rispetto delle sezioni/bolle o, viceversa, quale sia il parere dell’Ausl che consenta la deroga al principio generale”.

Infine un’ultima domanda: “in base a quale normativa e secondo quali criteri il comune si arroga il diritto di stabilire una priorità tra le attività lavorative dei genitori degli alunni per prevedere la turnazione”.

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