Nel solo mese di febbraio sono stati portati alla Lipu già quattro leprotti. “Cuccioli portati da persone sensibili ma in errore di valutazione” avverte Lorenzo Borghi, responsabile della Lipu di Ferrara.
Borghi spiega che “già a partire da febbraio le lepri partoriscono i piccoli in una depressione del terreno di solito nascosta nell’erba alta”.
Un nascondiglio, ovviamente, che “non è così sicuro come potrebbe esserlo una tana sotterranea (le lepri non sono conigli!) e questo è uno dei motivi per cui i leprotti, già poche ore dopo essere venuti al mondo, sono in grado di disperdersi attorno al luogo in cui sono nati”.
Si tratta, in sostanza, di un adattamento volto a ridurre il rischio che un predatore possa far strage dell’intera cucciolata. “Poco dopo il calar del sole, e nel corso della notte, la madre raggiunge i piccoli, che nel frattempo hanno fatto ritorno al “nido”, li allatta per pochi minuti e poi balza via per non lasciare tracce odorose del suo passaggio”. Dopo la poppata, i leprotti si allontanano di nuovo l’uno dall’altro.
“Capita spesso che, durante le ore di luce – prosegue Borghi -, molti cittadini trovino alcuni di questi cuccioli e, pensando erroneamente che siano stati abbandonati dalla madre, inteneriti dai loro graziosi musini, li raccolgano per portarli da noi o, peggio, per tentare di allevarli”.
Come comportarsi, quindi, in situazioni del genere? “Nel caso in cui non abbiano ferite, sarebbe meglio lasciarli dove sono o, al massimo, spostarli di qualche metro se in prossimità di un pericolo (cercando di nasconderli nell’erba alta e, soprattutto, cercando di non trasmettere loro nessun odore quindi maneggiandoli con erba e foglie)”.
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