Politica
2 Febbraio 2021
Appello rivolto al ministro Franceschini e al presidente Unesco: “Scelte politiche contro l’interesse collettivo”

Cultura, 350 firme contro lo ‘strapotere’ di Sgarbi

Sgarbi Fornasini Palazzo Schifanoia, foto di Alessandro Castaldi
di Redazione | 4 min

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Sgarbi Fornasini Palazzo Schifanoia, foto di Alessandro CastaldiLo strapotere di Vittorio Sgarbi, il centro storico patrimonio Unesco ridotto a parcheggio, il Museo della Resistenza messo in un angolo da una parte e dall’altra l’ipotesi di una mostra e di una via a Italia Balbo.

È il succo di un appello, siglato da 350 firme, rivolto al ministro Franceschini, al presidente Unesco Bernabè e all’assessore regionale alla cultura Felicori per denunciare “il biennio deplorevole che l’assessorato alla cultura, eterodiretto da Vittorio Sgarbi, sta conducendo a Ferrara”.

Tra le firme compaiono quelle del teologo Piero Stefani, del genetista Guido Barbujani, della scrittrice Monica Farnetti, dell’ex direttrice della biblioteca Ariostea Alessandra Chiappini, dell’ex assessore regionale alla cultura Alberto Ronchi, dell’ex direttore del Teatro Comunale Fabio Mangolini, dell’ex presidente nazionale di Arcigay Flavio Romani, del musicista Roberto Manuzzi, dell’attore e regista Giuseppe Gandini, del performer Andrea Amaducci, l’intellettuale Gianni Venturi, ex consiglieri come Barbara Diolaiti e Mariella Michelini ed ex assessori come Luca Vaccari, Annalisa Ferrari e Mascia Morsucci. Compaiono anche le Sardine di Ferrara, che si fanno portatrici di “una protesta mossa da numerosi professionisti del settore cultura di Ferrara”. 

“Nel giro di un weekend – spiegano – oltre 350 operatori culturali, docenti, guide turistiche, artisti, scrittori e attivisti delle principali associazioni si sono confrontati su un documento contro i primi diciotto mesi della giunta Fabbri; in particolare, contro le mancate decisioni dell’assessore Marco Gulinelli e le continue ingerenze di Vittorio Sgarbi”.

Tornando all’appello, la preoccupazione per alcune “scelte politiche che riteniamo essere contro l’interesse collettivo” arriva da “professionisti di un settore in difficoltà, di volontari e di irriducibili amanti della cultura ferrarese, stanchi di una politica fatta di tanti annunci roboanti e poca sostanza”.

La lettera inizia con il caso del Teatro Comunale, i cui bilanci verrebbero “seriamente messi a rischio dagli appetiti di chi lo sta utilizzando per offrire ingaggi spropositati a membri del proprio entourage, scelte imposte dall’attuale presidente di Ferrara Arte on. Vittorio Sgarbi che hanno portato alle dimissioni del presidente Resca”.

Viene poi la “presenza di macchine nel centro storico”, che genera “non pochi problemi alla qualità dell’aria e gravi danni al patrimonio monumentale ivi presente a causa dello smog e delle vibrazioni che danneggiano gli edifici”.

Fino al punto interrogativo del Museo del Risorgimento e della Resistenza, chiuso per consentire l’ampliamento di Palazzo dei Diamanti e parzialmente riaperto in una sede provvisoria (Porta Paola) “decisamente inadeguata agli scopi espositivi e di divulgazione scolastica che caratterizzano le attività della benemerita istituzione”.

E mentre la memoria del Risorgimento e della Resistenza ferrarese “langue in un oscuro deposito, il presidente di Ferrara Arte on. Sgarbi non ha perso occasione per lanciare feroci provocazioni sulla stampa locale millantando l’organizzazione di una mostra celebrativa del gerarca fascista Italo Balbo e invitando il sindaco a dedicare una via alla memoria dello stesso”.

Secondo i firmatari “si ragiona di grandi mostre e grandi nomi che vanno a infoltire i consigli di amministrazione, ma la realtà è un impoverimento sempre più preoccupante del tessuto culturale cittadino con tante associazioni che faticano a coprire le spese e mantenere vive proprie attività a causa del coronavirus”.

Attività che “ricevono pochi euro di ristoro mentre in passato si è parlato di una possibile convenzione tra Comune e Fondazione Cavallini-Sgarbi che, di fatto, trasformerebbe il Castello Estense in un museo ‘privato’: non abbiamo dimenticato, infatti, i termini di quell’accordo che avrebbe fruttato ai fratelli Sgarbi il 20% sul costo di ogni biglietto di ingresso al monumento simbolo di Ferrara, in cambio della presenza “permanente” al suo interno di opere d’arte appartenenti alla Fondazione di famiglia” (aggiornamento del 5 febbraio 2021: Elisabetta Sgarbi replica e smentisce che l’accordo possa portare a guadagni personali).

“La preoccupazione di chi lavora nel settore comincia a farsi sentire, anche per l’assenza di una prospettiva di rilancio sul piano turistico del nostro patrimonio monumentale e museale – concludono le 350 firme –. La lettera è un grido di dolore e attenzione per Ferrara, la sua cultura e la sua bellezza che sono e devono rimanere patrimonio di tutti e non di qualcuno”.

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