Accuse incrociate tra Balboni e Bernardi sul caso ‘Imam’
La polemica sul caso 'imam' di Portomaggiore è esplosa in un vero e proprio botta e risposta tra il senatore Alberto Balboni (FdI) e il sindaco Dario Bernardi
La polemica sul caso 'imam' di Portomaggiore è esplosa in un vero e proprio botta e risposta tra il senatore Alberto Balboni (FdI) e il sindaco Dario Bernardi
Associazione a delinquere di carattere transnazionale finalizzata alla frode in commercio e autoriciclaggio: sono le accuse rivolte a una decina di indagati che avrebbero importato ingenti quantità di vongole dal Portogallo per poi farle arrivare in Italia e commercializzarle nel mercato italiano come se fossero un prodotto autoctono
Chiamati ad assicurare la sicurezza dei partecipanti a un evento senza essere pagati. Protagonisti gli operatori del 118, contattati nel 2024 per Monsterland
Una deroga per le concessioni temporanee affinché i pescatori di Comacchio possano esercitare l’attività nella zona sanitaria, più conosciuta come zona "C4", e in altre aree del demanio marittimo della costa, fino a quando non terminerà l’emergenza del granchio blu
La presentazione del Report 2025 sull’Economia del Mare in Emilia-Romagna ha riunito a Ravenna rappresentanti del mondo produttivo e del sistema camerale
Comacchio. All’anagrafe risulta senza fissa dimora, ma al Pra e alla Motorizzazione figura come intestatario della bellezza di 119 veicoli.
D.M.E., 33enne di nazionalità romena, era finito nel mirino dei carabinieri di Lido degli Estensi per quelle enormi incongruenze che emergevano dagli atti e dagli accertamenti.
Ora, dopo una serie di attività investigative, l’uomo è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Ferrara per truffa e falso in atto pubblico.
Dalle indagini dell’Arma svolte anche presso il Pubblico registro automobilistico e la Motorizzazione di Ferrara risulta che D.M.E. negli ultimi tempi si era “intestato” 119 vetture, risultate poi in uso a pregiudicati o utilizzate da altre persone per compiere reati.
L’uomo, secondo gli inquirenti, di fatto nulla sapeva dei veicoli a lui intestati. Forniva il suo nome, dati e documenti personali, dietro compenso di denaro – questa la versione dei carabinieri – per registrare le auto che altri utilizzavano.
Al 33enne -che figurava nei documenti ufficiali come la classica “testa di legno” – è stato quindi contestato il reato di truffa e falso in atto pubblico, avendo dichiarato il falso all’atto della registrazione dei passaggi di proprietà dei mezzi.
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