Politica
16 Gennaio 2021
Marcello Sorrentino dello Scugnizzo Partenopeo: “Ho dovuto a chiedere ai miei dipendenti di licenziarsi, io non avrei potuto e la Cig non era arrivata”

Sponda Fdi per i ristoratori: “Locali sicuri, misure del Governo senza logica”

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di Redazione | 4 min

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fdi ristoratoridi Andrea Profili

Fratelli d’Italia Ferrara ha ospitato nella propria sede una delegazione di ristoratori della provincia alle prese con le difficoltà economiche, dovute ai provvedimenti di chiusura per le normative anti Covid.

Da quasi un anno, infatti, molte attività continuano a pagare tasse e affitti, senza avere la possibilità di aprire i propri locali, e nonostante si siano attrezzati per rispettare tutte le norme di sicurezza. Tra senso di impotenza e ingiustizia, anche qualche momento di commozione nel raccontare la situazione che molti titolari di attività stanno vivendo. Le richieste della rappresentanza convergono sulla possibilità di riapertura negli orari serali, ovvero il principale orario di guadagno a differenza del pranzo, la sospensione delle tasse per un anno e aiuti concreti da parte dello Stato, ma prendono le distanze dai movimenti di protesta illegali con le riaperture abusive.

“Continuano ad arrivare tasse sui rifiuti, elettricità e canoni d’affitto anche con il locale chiuso – aggiunge Marcello Sorrentino dello Scugnizzo Partenopeo -. Ho dovuto a chiedere ai miei dipendenti di licenziarsi, perché io non avrei potuto farlo, e la cassa integrazione non era arrivata. Gli ho pagato i regali di tasca mia. Sarei ben lieto di dimezzare ulteriormente la capienza del mio locale, se questo dovesse voler dire poter riaprire alla sera, ma con quattro coperti ad orario pranzo non ha senso aprire. Con dieci pizze d’asporto a sera non si pagano le bollette. Chiediamo la sospensione delle tasse per un anno.”

“Dobbiamo dimostrare di avere dei locali sicuri – commenta Dario Padovani della Locanda della Zucca -. Conosco gran parte dei ristoratori della città, e confrontandomi con loro, non ci risultano casi di contagio dovuti al mangiare al ristorante. Anzi, se avessimo avuto la possibilità di rimanere aperti durante le festività, si sarebbero evitati i contagi dovuti ai cenoni nelle abitazioni private: noi avremmo potuto consentire lo svolgimento delle cene nel pieno rispetto delle regole, come abbiamo sempre fatto. C’è un accanimento verso la nostra categoria, con dei decreti che ci penalizzano senza nessuna logica. Abbiamo rispettato tutte le normative richieste e le varie modifiche a esse, senza ricevere mai un controllo.”

“Possiamo lavorare solo parzialmente nelle giornate a zona gialla, ma i pranzi non sono sufficienti nemmeno a coprire le spese – concorda Cristiano Franchi titolare dell’Orba Canocia -. Le zone arancio penalizzano soltanto la categoria dei ristoratori, mantenendo invece i negozi aperti. Siamo ben consci del problema sanitario e non neghiamo che il virus sia in circolo: se le linee guida per la sicurezza non sono sufficienti, ci adegueremo come abbiamo sempre fatto, limitando ulteriormente la capienza dei locali e dilazionando le presenze in più orari, ma non possiamo chiudere. Siamo dipendenti delle nostre attività.”

A sostegno dei ristoratori, si sono esposti i rappresentanti di Fratelli d’Italia provinciale, con gli sportelli anti suicidi in modo da aiutare chi si trovi in difficoltà economiche a causa della crisi da coronavirus, e la possibilità di una causa al Governo per richiedere risarcimenti, con spese legali pagate dal partito.

“Fratelli d’Italia da sempre è al fianco dei lavoratori del commercio – dice Mauro Malaguti, coordinatore provinciale di FdI -. A fronte di perdite per 85 miliardi di euro, alla categoria dei ristoratori sono arrivati sostegni per solamente 2,5 miliardi, continuando però a pagare le tasse. È una situazione scandalosa.”

“Quello che caratterizza FdI è la concretezza delle nostre proposte – aggiunge l’assessore Alessandro Balboni -. Fu nostra l’idea di ampliare le distese di bar e ristoranti senza costi aggiuntivi. Abbiamo pubblicato bandi a sostegno delle attività commerciali, ma da parte del governo c’è assenza e distrazione verso le necessità della categoria, generando un clima offensivo e frustrante.”

“I 150 miliardi del governo sono stati spesi malissimo, tra bonus monopattini e banchi a rotelle – conclude infine il senatore Alberto Balboni -. Già da quest’estate era chiaro che i problemi principali sarebbero stati le scuole e i trasporti, non ristoranti, bar, palestre e attività commerciali dove le regole sono sempre state rispettate, e che invece sono diventati il capro espiatorio. Queste persone non chiedono assistenzialismo, nessun reddito di cittadinanza, ma la possibilità di lavorare onestamente nel rispetto delle regole, che è quello che dovrebbe consentire uno Stato serio. Come opposizione al governo, per il bene dell’Italia abbiamo votato favorevolmente allo scostamento di bilancio, ma chiediamo che le nostre richieste verso queste attività vengano ascoltate, cosa finora mai successa. Servono investimenti per creare posti di lavoro, in modo da far ripartire l’economia e ripagare il debito futuro che purtroppo spetterà ai nostri figli.”

 

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