Politica
14 Gennaio 2021
Il sindaco di fatto sfiducia la guida della Fondazione ed evita di entrare nel merito della questione

‘Dimissioni’ Teatro. Alan Fabbri non rinnova la fiducia a Resca e al cda

di Redazione | 3 min

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“Ringrazio Mario Resca per il lavoro che ha svolto e per l’impegno che ha sempre manifestato”. Alan Fabbri interviene sul caso del mandato rimesso nelle sue mani dal presidente e dal cda della Fondazione Teatro Comunale e – di fatto sfiduciandoli – si augura che Mario Resca, “a prescindere dalle decisioni personali, che rispetto, voglia continuare a garantire, nelle forme e nelle modalità che riterrà, un contributo alla vita culturale cittadina”.

Il sindaco evita di toccare il nocciolo del problema, che è da ricondurre proprio al comportamento del Comune, socio unico del Teatro, che di fatto ha sfiduciato Resca e il cda, per dire che “tanto è stato fatto in questi mesi, penso al concerto, storico, di Riccardo Muti, a quello di Maurizio Pollini, alle produzioni streaming, e tv, di Alessandro Baricco e Simone Cristicchi”.

L’elenco delle cose ottime fatte sotto la presidenza di Resca continua ricordando che “per la prima volta dai tempi di Claudio Abbado il Teatro comunale è tornato a produrre progetti artistici propri valorizzando le sue eccellenze. Con ‘Tempo d’estate in Castello’, inoltre, il Teatro è uscito dalle sue mura e si è aperto alla città”.

La programmazione delle diverse stagioni teatrali “ha previsto alcune prime assolute ed ha saputo far fronte alle chiusure e restrizioni decise dal governo”, senza contare che “il 27 di gennaio Moni Ovadia e Corrado Augias parleranno, in uno spettacolo streaming, del valore della memoria, proprio in occasione del ‘Giorno della memoria’”.

Tutto questo per dire che “confido nella collaborazione di tutti per garantire, pur nel cambiamento in corso, continuità ai tanti progetti avviati. Da parte nostra concentreremo l’impegno per assicurare la massima trasparenza delle scelte e la più veloce transizione possibile”.

Fabbri poi, nonostante quanto denunciato da Resca, assicura che “è mia intenzione, come fatto fino ad oggi, continuare a garantire piena autonomia decisionale al teatro, per rispetto della Fondazione, per amore della libertà e delle diverse espressioni culturali. Per questo ho voluto scindere la presidenza della Fondazione dalla figura del sindaco, diversamente dalle prassi adottate in passato”.

Eppure la decisione di rimettere l’incarico e richiedere la fiducia di presidente e consiglio derivano proprio dall’assenza di autonomia registrata nel caso Ovadia. Ma il sindaco va avanti, sostenendo, che “il teatro comunale è una risorsa inesauribile, una grande opportunità per Ferrara e ha una storia gloriosa. Purtroppo la cultura sta subendo le pesanti penalizzazioni di un periodo difficile e colmo di incertezze”.

Va detto però che proprio il compenso che il Comune ha voluto garantire a Ovadia è il principale motivo di screzio con la linea dimissioniaria.

“Deve essere interesse di tutti – conclude – lavorare, ancor più in questo momento, per la città, per la cultura e per garantire al nostro teatro il prestigio, l’ottima visibilità e iniziative all’altezza del suo nome e della sua storia”.

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