Nei giorni scorsi è scomparso Franco Vannucchi. Aveva 64 anni. L’ho conosciuto che era un ragazzino, un adolescente che frequentava a modo suo la parrocchia “Corpus Domini”. Il sorriso, i modi gentili erano sue caratteristiche, ma anche la determinazione nel raggiungere un obiettivo.
Al “Corpus Domini” di Via Torboli c’era un sotterraneo, una cantinetta dove ci si trovava spesso, il sabato pomeriggio, la domenica mattina poi, quando non si sapeva dove andare. La passione di Franco per la batteria, le percussioni me la ricordo fin da prima del noleggio (e poi acquisto) di una “Hollywood” da Moreno. Aveva raccolto diversi fustini vuoti di detersivi, li aveva assemblati e li percuoteva con un paio di bacchette che qualcuno gli aveva regalato.
Poi, dopo l’arrivo di Claudio Marchetti in parrocchia non solo si formò il Gruppo ’77 ma anche un complesso musicale: “I Nuovi Orizzonti”. La formazione era composta da Claudio Marchetti ed Andrea Melloni alle chitarre, Marco Vettor al basso e Franco Vannucchi alla batteria. Una batteria vera non di cartone.
Il percorso musicale di Franco è cresciuto con l’amicizia con Roberto Formignani. Ha suonato nella Mannish Blues Band e poi nel gruppo che gli ha fatto fare il salto nel mondo musicale, cioè i Go Flamingo!
Nell’estate del 1986, fu investito da un auto con gravi conseguenze, rischiando addirittura di perdere un arto. Grazie ad un medico chirurgo, che non si arrese di fronte ad una situazione disperata, Franco fu sottoposto ad una sequela di operazioni chirurgiche dolorosissime che durarono diversi anni e che gli permisero di riprendere a camminare con le proprie gambe.
Smise di suonare come professionista ma ogni tanto la batteria la suonava ancora. Usava chiamare “fratello” le persone che aveva più care o che stimava.
Le mie profonde e sentite condoglianze alla moglie Milva e ai fratelli Nello ed Anna. Ciao fratello, ciao Franco.
Pier Luigi Guerrini