Bondeno
7 Dicembre 2020
L'episodio segnalato dai volontari dell'Unione Pescatori Estensi all'Arpae

Liquami nel canale di Zerbinate, per Upe è allarme ambientale

di Redazione | 2 min

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Zerbinate. Sabato 5 dicembre, due Guardie Volontarie dell’Unione Pescatori Estensi, Marco Falciano e Luca Fogato, hanno risposto all’allarme dei residenti di Zerbinate, che lamentavano l’inquinamento del canale Cavo Terre Vecchie ad opera di liquami di origine agricola.

Arrivati in via Ferrarese, i due volontari hanno immediatamente individuato la fonte dell’inquinamento: un frutteto che percolava liquame, presumibilmente originato da sottoprodotti di biogas sparsi pochi giorni prima nel campo. I liquami defluivano insieme alla leggera pioggia in uno scolo delle acque e, per evitare che l’inquinamento risultasse troppo visibile agli abitanti del paese, il responsabile ha modificato l’alveo del canale creando una sorta di piccola diga di sbarramento, per far cedere con più gradualità, un po’ alla volta, i liquami nelle acque pubbliche.

Ciò non è bastato a nascondere il fatto perchè molti abitanti di Zerbinate hanno denunciato sulle pagine Facebook locali il loro sdegno nei confronti di un’azione così plateale, avvenuta non distante dalla frazione.

“Abbiamo documentato il fatto con foto e video – riferisce Marco Falciano – e lo abbiamo subito segnalato al pronto intervento di Arpae, che sabato però non è intervenuta. Speriamo si sia attivata per sanzionare il trasgressore almeno domenica, visto che oltre all’inquinamento è stato anche danneggiato un canale di bonifica. Siamo abituati ormai a questi episodi e sappiamo che se manca la tempestività dei tecnici nell’accertare il fatto, il nostro intervento potrebbe risultare inutile, è già accaduto tante volte, speriamo questa non sia l’ennesima”.

“La prima causa che azzera la vita nei canali – aggiunge Luca Fogato – è l’inquinamento dovuto a scarichi illegali e attività agricole svolte fuori regola. Ogni anno siamo costretti ad assistere a questi scempi ambientali periodici, che si concentrano sempre tra ottobre e novembre. Le acque inquinate da liquami di allevamento o biogas sono anossiche, arrivano al delta e infine al mare, causando enormi danni alla biodiversità, come la gigantesca moria dell’estate di due anni fa avvenuta sul litorale estense. Urge un coordinamento tra Arpae, volontari e forze dell’ordine per ripristinare la legalità che, almeno in materia di ambiente, nel nostro territorio è troppo spesso assente”.

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