Attualità
20 Novembre 2020
La proposta di Paola Carozza, dirigente medico-psichiatra del Dipartimento di salute mentale

Lo Spoi per ospitare i pazienti psichiatrici Covid-19 positivi

di Redazione | 2 min

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La salute mentale e l’impatto psicologico della pandemia è stato uno dei temi centrali discussi nel corso dell’ultima Conferenza Territoriale Socio Sanitaria (Ctss).

A riguardo è stata esposta dalla dottoressa Paola Carozza, dirigente medico-psichiatra del Dipartimento di salute mentale Ausl di Ferrara, la proposta di utilizzazione del Servizio Psichiatrico Ospedaliero Intensivo (Spoi) per i pazienti psichiatrici Covid-19 positivi.

La proposta, che fa parte della pianificazione delle misure di fronteggiamento all’epidemia anche per le persone affette da malattia mentale, come per tutti gli altri pazienti della sanità, prevede “l’utilizzazione–illustra Carozza–dello Spoi in via temporanea, per pazienti psichiatrici che risulteranno positivi al Covid-19 e sarà effettuata solo nel caso in cui siano occupati i due posti letto del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (Spdc) di Cona, attrezzati come ‘zona sporca’”.

Questa eventualità si potrebbe manifestare “quando–specifica Carozza–siano presenti due pazienti positivi in contemporanea, oppure ci sia la concomitanza di un paziente in attesa del risultato del tampone con l’arrivo in reparto di un altro paziente in attesa dell’esito o già dichiaratamente positivo”.

L’attivazione dei posti letto Spoi inoltre avverrebbe anche nella situazione in cui “ci siano casi di positività nelle tre residenze psichiatriche di ‘San Bartolo’ (30 pazienti), ‘La Luna’ (15 pazienti), Basaglia (15 pazienti), che devono essere isolati, visto l’assenza delle condizioni logistiche e strutturali per compartimentare tali strutture”.

I pazienti accolti e gestiti con personale medico e infermieristico afferente al Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale e Dipendenze Patologiche (Dismpd) “saranno quelli acuti e subacuti con livelli lievi/moderati di disorganizzazione emotiva e comportamentale, i più gestibili”.

Per quanto riguarda invece “i pazienti in regime Tso e i pazienti acuti molto scompensati e disorganizzati continueranno ad essere gestiti in Spdc a Cona”.

“La situazione in media–specifica Carozza–non vede mai più di 5 pazienti ricoverati allo Spoi, e dovesse presentarsi la necessità di utilizzarla per la gestione pandemica, i pazienti non positivi presenti in quel momento verrebbero dimessi e rinviati al proprio domicilio o appoggiati alle nostre residenze dove è in corso l’incremento dell’assistenza domiciliare e la rete di servizi”.

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