Attualità
24 Ottobre 2020
I Carabinieri sequestrano nelle loro abitazioni prodotti per un valore di circa 400mila euro. Il 'giochino' durava da un paio d'anni. Denunciato anche un terzo soggetto che si occupava dell'e-commerce

Due dipendenti infedeli alla Berluti rubavano scarpe per rivenderle in internet

di Redazione | 3 min

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Due dipendenti infedeli e un terzo soggetto esterno denunciati per aver sottratto calzature d’alta gamma allo scopo di rivenderle in internet a prezzi scontati del 50%. La refurtiva recuperata dai Carabinieri nelle abitazioni dei due dipendenti corrisponde a un valore sul mercato di circa 400mila euro.

L’azienda dalla quale venivano rubate le scarpe di lusso è la Berluti di Gaibanella, uno dei tempi dell’artigianato artistico e della pelletteria pregiata che figura tra le 77 location dell’impero Vuitton nel mondo, e la situazione si protraeva da circa due anni attraverso piccole sottrazioni ripetute nel tempo, per un danno alla società produttrice di diverse centinaia di migliaia di euro (la refurtiva sequestrata sarebbe solo quella rubata nell’ultimo periodo), tenuto conto che il prezzo ogni paio di scarpe di tale brand si aggira tra i 900 e i 1.300 euro.

Nei guai sono finiti dunque due dipendenti della Berluti, una donna 45enne di origini straniere residente a Ferrara e un 50enne di Occhiobello, oltre al soggetto esterno che materialmente metteva in vendita i prodotti su siti e-commerce utilizzando un nickname, Lippomanno, genericamente collocato nell’area geografica milanese. Dovranno rispondere a vario titolo di furto e ricettazione dopo l’operazione, denominata “Scarpe d’oro”, portata a termine dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Ferrara.

I dirigenti della nota azienda avevano notato da un paio d’anni che i loro prodotti, originali, comparivano in vendita su siti internet a cifre di molto inferiori al normale prezzo di mercato. Hanno quindi in prima battuta incaricato una società di investigazioni per identificare gli autori delle vendite e comprendere da dove venissero i prodotti. Gli investigatori privati sono riusciti a risalire al nickname registrato su internet e a quel punto i manager della Berluti hanno deciso di rivolgersi ai Carabinieri per approfondire la questione, presentando una denuncia nel febbraio di quest’anno.

I militari hanno subito avviato le indagini, coordinate dalla Procura di Ferrara, che hanno subìto però un rallentamento dovuto al lockdown e alla conseguente rarefazione delle vendite. Con l’arrivo della bella stagione e la ‘Fase 2′ dell’emergenza Covid, però, anche gli autori dei furti si sono rimessi in moto e gli investigatori sono riusciti così a monitorare e identificare il venditore online, un giovane 28enne della provincia di Rovigo. Dai suoi movimenti si è potuto risalire ai fornitori, potendo documentare che, periodicamente, i due dipendenti infedeli sottraevano pochi capi alla volta dal ciclo produttivo per portarseli a casa. Solo successivamente rifornivano il loro complice, al quale andava il 10% degli introiti, e solo dopo la perfezione degli ordinativi di vendita.

E’ quindi scattata la perquisizione nelle due abitazioni, durante le quali sono stati sequestrati 131 paia di scarpe e 200 chili di pelle pregiata, tutto restituito ai legittimi proprietari. Ora i Carabinieri proseguiranno nelle indagini per risalire a quanto è stato effettivamente sottratto nel corso dei due anni e per verificare l’eventuale coinvolgimento di altre persone.

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