Se analizziamo quanto accaduto nella nostra città e le successive reazioni, colpisce il fatto che, nella logica politico-mediatica, la tragicità dei fatti passa spesso in secondo piano rispetto agli annunci e alle annesse diatribe via social.
Non entro nei dettagli per non dare ulteriore cassa di risonanza a commenti che, da ogni parte, sono giunti sul caso dello stupro della ragazzina di 16 anni ad opera di uno spacciatore nigeriano.
Non si può dire che a Ferrara non sia stato fatto nulla nel corso degli ultimi anni sul terreno della lotta allo spaccio, come testimoniano le tante (per alcuni troppe) trasmissioni televisive che si sono succedute sui problemi in Gad, così come l’arrivo in pianta stabile dell’Esercito nel quartiere.
Ci vorranno diversi anni perchè si arrivi (forse) a un argine di tali fenomeni. Questo non significa certo arrendersi, ma – parallelamente – sono ancora troppo esigue le voci che parlano di aiuto e prevenzione per chi incappa nel tunnel della droga.
Non siamo nel vortice nero dell’eroina che addombrava gli anni ’70 e ’80, ma oggi, con le nuove droghe, il fenomeno è solo mutato. Niente più morti per overdose nei parchi, ma le statistiche parlano di una triste escalation di fatti tragici, come questo gravissimo caso di violenza sessuale, senza dimenticarci di Pamela, fatta a pezzi dai pusher a Macerata appena 2 anni fa, e di tutte le ragazze disposte a prostituirsi pur di procurarsi gli stupefacenti.
Se coloro che si dedicano alla delinquenza, più o meno organizzata, sono visti come una gravissima piaga da arginare, un cambio di passo è necessario anche per fronteggiare i consumatori di cocaina, con opera di prevenzione e controllo sui consumatori, in particolare sui giovani (ma non solo) appartenenti a tutte le categorie sociali.
Diversamente rischia di essere una guerra che vede ogni giorno nuovi nemici senza mai riuscire a scorgere la fine.
Paola Peruffo, consigliere di Forza Italia del Comune di Ferrara