Politica
2 Ottobre 2020
L’unione comunale dei dem di Ferrara interviene sulle due proposte di Vittorio Sgarbi

Pd: “La mostra e la via a Italo Balbo primi effetti della destra al governo”

di Redazione | 3 min

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La medaglia d’argento al valore militare e alla Resistenza di Ferrara non può essere violentata da una strada che porta il nome di un gerarca fascista. L’Unione comunale del Partito Democratico di Ferrara interviene sulla polemica sorta attorno alla volontà di Vittoria Sgarbi di organizzare una mostra sul Balbo aviatore. Idea alla quale si è aggiunta la proposta, proveniente sempre dal presidente di Ferrara Arte, di intitolare una via o una piazza al capo dello squadrismo ferrarese.

Il dibattito, secondo il Pd, ha ormai scavalcato i confini del mondo culturale, “riguardando la storia della nostra città e della sua stessa costituzione”.

I dem si dicono concordi sulla “necessità di una ricerca storica libera e rigorosa anche sulle pagine più scomode del nostro recente passato”, ma temono che “la mostra assuma un taglio nettamente agiografico e celebrativo della figura di Balbo, purtroppo, sia molto forte. E non possiamo accettarlo. Il rischio trova ampia conferma nelle parole di Vittorio Sgarbi, che rivendica per Ferrara Arte, di cui è presidente, l’ideazione e la realizzazione di una mostra sul gerarca fascista”.

“Ribadiamo – continuano i dem – che non possiamo accettare che si faccia una mostra su Balbo senza parlare di fascismo, come qualcuno ha affermato, perché il gerarca ferrarese fu tra i più tenaci e violenti organizzatori dello squadrismo fascista che fu all’origine di un Regime ventennale da cui l’Italia uscì in macerie, al prezzo di una sanguinosa guerra civile e di un disastroso conflitto mondiale”.

E nemmeno “possiamo tollerare affermazioni del tipo «le trasvolate rappresentano autentici fatti eroici che nulla hanno a che fare con l’ideologia», quando tutti gli storici che si sono cimentati con la figura di Balbo concordano nel sottolineare il grande valore propagandistico che le Trasvolate ebbero per il Regime mussoliniano. Ed a nulla vale ricordare l’amicizia che legò il ras di Ferrara a esponenti di spicco della locale comunità ebraica, poiché Balbo non ebbe mai il coraggio politico di rompere apertamente i rapporti con Mussolini dopo l’emanazione delle leggi razziali, che furono salutate dal “Corriere Padano” con fervente slancio antisemita”.

Infine, “non possiamo dimenticare che il nome di Balbo resta indissolubilmente legato all’omicidio del prete argentano don Giovanni Minzoni: uno degli episodi più gravi del Novecento ferrarese”.

Oltre alla mostra, poi, “apprendiamo della volontà di dedicare una piazza o una via «all’universalmente ammirato trasvolatore». Questi i primi e più evidenti effetti della destra al governo, salvo poi ritrovarla con la fascia tricolore alle manifestazioni per il giorno della memoria”.

L’Unione comunale del Partito Democratico di Ferrara non vuole accettare “l’ipocrisia di una esaltazione “parziale” di Balbo e non accetteremo che la nostra città, medaglia d’argento al valore militare e alla Resistenza, venga attraversata da una via dedicata ad un gerarca fascista. È importante che la Ferrara democratica e antifascista tenga sempre alta la guardia contro ogni tentativo di banalizzare o edulcorare il passato: i nostri eletti e militanti saranno sempre pronti a farlo a tutti i livelli istituzionali”.

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