Lettere al Direttore
27 Agosto 2020

Vi spiego io la zona Gad

di Redazione | 3 min

Ferrara, zona Gad, piazzetta Toti; nelle notti d’estate, al vibrante cicaleccio delle cicale si accompagna il chiacchericcio vigoroso degli Africani. La “black movida” è quasi tutta qui. Si affollano intorno alle panchine, giocano a carte, scherzano, fanno giocare i bambini. Da anni questa è la piccola e chiassosa Africa di Ferrara. Quando viene la sera, sulle mura seicentesche che chiudono la piazzetta bivacca la dissoluta gioventù nigeriana; bevono tanto, fumano tanto e litigano; hanno sempre l’espressione guardinga di chi ha qualcosa da nascondere e non la racconta giusta.

Appena dietro il giardino, oltre le mura, c’è anche l’altro ritrovo della movida africana in Gad, il bar più malfamato di tutta la città. Qui le risse, qui la discordia. Chi abita lungo la via, e soprattutto chi abita sopra il bar, è sul piede di guerra da tempo. È la terza linea vocale della sinfonia notturna: i lamenti degli “Italiani”. Li sento spesso dal mio balcone, che si affaccia su questo problematico angolo di Ferrara; gridano “basta, vogliamo dormire, tornate al vostro Paese, negri di merda”, eccetera. Di solito inizia una donna. È stata lei ieri notte, 25 agosto 2020, a gridare “uccideteli tutti”, rivolta alla polizia appena giunta sul luogo della rissa.

Facciamo un bilancio di questi ultimi 4 anni, cioè da quando io sono qui a Ferrara. La situazione non è cambiata per niente. Le risse, il rumore della movida, i movimenti strani degli spacciatori: è tutto immutato. Badate bene, si tratta dei tre mesi estivi, specialmente in agosto: il resto dell’anno qui sotto c’è una pace invidiabile.

Quindi, perché tutto è rimasto uguale? Tre alternative:
1°. Le forze dell’ordine, militari e polizia, non sanno mettere ordine. Africa batte Italia 1-0. I Nigeriani, in canottiera e ciabatte, sono più forti dei nostri militari in assetto da guerra.
2°. Le forze dell’ordine non vogliono mettere ordine.
3°. Ultima alternativa, entra qui in campo Quinto Fabio Massimo. È il console che decise, per battere Annibale, di portare avanti una lunga guerra di logoramento contro il comandante africano. E risultò efficace. La differenza è che qui, ad essere logorati sono i cittadini del quartiere.

“Uccideteli tutti”. La zona Gad, con questa gestione dell’emergenza, sta partorendo un Luca Trani. Vi ricordate quel neofascista, iscritto ovviamente nelle liste elettorali della Lega, che sparò contro i “negri di merda”, ferendo sei Africani innocenti?

Tutta l’Italia si strinse intorno a Luca Trani. Poverino, pensarono tutti, chissà quante ne aveva passate per arrivare a quell’esplosione di rabbia. Chissà quante notti insonni per colpa dei Nigeriani chiassosi. Poi arrivò Salvini, l’arruffapopoli, a gettare il fiammifero sulla paglia secca. E il gioco era fatto, alea iacta est, il nostro Luca Trani optò per la soluzione finale.

A molti Italiani dispiacque che si trattò di una strage mancata. Il piccolo borghese vuole vedere il sangue per sollevarsi dalla sua piccolezza, fatta di frustrazioni e impotenza. A Macerata ci mancava un soffio per soddisfare questa sadica sete di violenza. È come quando in mare arrivano i soccorritori. Allora un angelo o la divina provvidenza deviò le pallottole dell’eroe salviniano. Succederà lo stesso in Gad? Il successo di politici provocatori come Naomo non lascia ben sperare.

S. O. T., insegnante, residente in Gad

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