Lettere al Direttore
13 Agosto 2020

Assessore o assessora?

di Redazione | 2 min

Anche se l’Accademia della Crusca ha liberalizzato la declinazione al femminile di molti termini (specie se relativi agli incarichi ricoperti o alla professione svolta) ritengo vi sia un aspetto sul quale pochi riflettono.

Se una persona decide di aprire una casella di posta elettronica, ad esempio, può indicare il suo sesso (maschile o femminile) oppure decidere che preferisce non indicarlo, magari perchè non si riconosce nel primo e neppure nel secondo.

Ora, come ricorda Massimo Sgrelli, fine giurista ed ex capo del cerimoniale della Presidenza del Consiglio, che cita anche il conforme parere di Giorgio Napolitano, l’interpretazione dell’Accademia della Crusca (competente solo per le questioni linguistiche), è “una decisione istituzionalmente non corretta e monca… Ogni vocabolo ha una propria desinenza storica, maschile, femminile, che non connota una mascolinità o una femminilità di genere. Quindi una desinenza linguistica di una qualifica professionale o di una carica non si collega necessariamente al genere (uomo o donna) di chi la ricopre… Sostenere il principio che la definizione della carica deve essere attagliata al genere di chi la ricopre induce perfino ad indagare aspetti molto personali, come l’orientamento sessuale del soggetto, che potrebbe non corrispondere con le risultanze anagrafiche”.

Scendendo al concreto, in riferimento alle polemiche ferraresi, il termine “assessore” è sempre stato considerato neutro, utilizzabile cioè da chiunque. Voler introdurre la declinazione al femminile (“assessora”) obbliga ad una scelta di campo che non è rispettosa degli orientamenti sessuali. In pratica, se sei maschio devi definirti “assessore”, se sei donna “assessora”, stabilendo così una rigida divisione che non tiene conto di chi non si riconosce nell’identità maschile e neppure in quella femminile.

Ritengo pertanto più giusto lasciare le cose come stavano prima, evitando di costringere le persone, con una modalità che a mio avviso lede la privacy personale, a compiere per forza (direi, provocatoriamente, con un’impostazione molto fascista del problema) una scelta di campo illiberale e non democratica.

Andrea Guerzoni

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