Comacchio
1 Agosto 2020
Pronti 5 milioni di euro attraverso due bandi per la riqualificazione delle strutture e i costi di soccorso e salvatamento

Turismo. La Regione in aiuto agli stabilimenti balneari

di Redazione | 3 min

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Dopo agenzie di viaggio e strutture ricettive in Appennino, la Regione Emilia-Romagna interviene in questo tormentato avvio della stagione turistica anche a sostegno degli stabilimenti balneari marittimi, alle prese con la diminuzione delle entrate per il calo dell’afflusso della clientela e l’aumento dei costi sostenuti per rispettare le norme anti-Covid. E lo fa attraverso due bandi che stanziano complessivamente 5 milioni di euro a favore delle imprese del settore.

Il primo mette a disposizione 3,5 milioni di euro per incentivare con contributi fino al 45% le spese sostenute per progetti di riqualificazione e ammodernamento delle strutture all’insegna della sostenibilità ambientale e dei servizi avanzati nel campo delle più moderne tecnologie informatiche e digitali.

Il secondo, con una dotazione finanziaria di 1,5 milioni, prevede la concessione di contributi a fondo perduto per coprire in parte i costi sostenuti dalle imprese di balneazione per garantire il servizio collettivo di soccorso e salvamento dei bagnanti.

Le domande di contributo devono essere inviate alla Regione esclusivamente in via telematica, tramite l’applicazione web “Sfinge 2000”, e vanno presentate rispettivamente, per il primo bando, dalle ore 10 del 29 settembre fino alle ore 13 del 15 ottobre prossimo; per il secondo bando la finestra utile è compresa tra le ore 10 del 6 ottobre e le ore 13 del giorno 20 dello stesso mese (http://fesr.regione.emilia-romagna.it).

“Le imprese di balneazione, come più in generale tutte quelle legate al comparto turismo- afferma l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini– stanno affrontando con grandi sacrifici questa situazione straordinaria legata all’emergenza Covid che rischia di lasciare un segno pesante sui loro bilanci economici. Con questi due bandi vogliamo dare un segnale concreto di aiuto e vicinanza ad una categoria di operatori che nell’immaginario collettivo dei milioni di ospiti della Riviera sono sinonimo di cordialità, professionalità e grande capacità lavorativa”.

 

Cosa prevedono i bandi 

Il primo dei due bandi, con il budget da 3,5 milioni, cofinanzia progetti di riqualificazione degli stabilimenti balneari per metterli in condizione di offrire alla clientela nuovi servizi nel campo delle più moderne tecnologie informatiche e favorire la riconversione delle imprese verso un modello gestionale ispirato ad una svolta green.

Ciò significa, ad esempio, riduzione del consumo di plastiche non biodegradabili e meno rifiuti, abbattimento dei consumi energetici, con una preferenza per le fonti rinnovabili.

E poi ancora: utilizzo di materiali eco-sostenibili, risparmio nei consumi di acqua, contenimento del rumore, accessibilità ai servizi alla clientela con disabilità e promozione della mobilità sostenibile.

I progetti che si candidano devono avere una dimensione minima di 30 mila euro. I contributi a fondo perduto sono pari al 40% degli investimenti, con un 5% in più a favore delle imprese caratterizzate da una rilevante presenza femminile e/o giovanile. Il tutto con un tetto massimo di aiuto finanziario fissato a 15 mila euro. Tra le spese ammissibili figurano quelle per opere edili, murarie e impiantistiche, quelle per l’acquisto di attrezzature, arredi e dotazioni informatiche. La procedura prevede la chiusura anticipata della finestra temporale per la presentazione dei progetti al raggiungimento delle 250 domande di contributo.

L’altro bando prevede il concorso della Regione alle spese  sostenute dagli stabilimenti balneari per organizzare un efficiente servizio di salvamento, anche aderendo ad un piano collettivo. Le domande devono essere presentate per conto delle imprese balneari dalle associazioni, consorzi, cooperative e società titolati del servizio di salvamento in forma collettiva. L’importo del contributo a fondo perduto può arrivare fino ad un massimo di 4 mila euro per ciascuna postazione di salvamento (torretta).

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