Economia e Lavoro
27 Luglio 2020
Intervista al giovane fondatore di Phoenix Factory premiato da Fondazione Barletta per aver intrapreso fin da giovanissimo attività di impresa

Ecco Jacopo Naidi, lo studente Unife vincitore del premio “Myllennium Award”

di Redazione | 3 min

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Di Mogliano Veneto (Treviso) ma ferrarese di adozione, Jacopo Naidi il giovane veniticinquenne studente Unife si è raccontato a Estense.com fresco della premiazione di mercoledì in Villa Medici a Roma del “Myllennium Award”, assegnato da Fondazione Barletta ai giovani under 30 distintisi per merito, per aver intrapreso fin da giovanissimo attività di impresa. In premio una borsa di studio dal valore di 14.000 euro presso la Luiss di Roma.

“Si può dire che la mia vita cominci all’età di 19 anni–dice di sé Jacopo–quando decido di fare rappresentanza studentesca e per due anni ho l’opportunità di dedicarmi agli altri portando gli studenti a scoprire cosa si muove fuori dalla scuola e mettendoli in contatto con associazioni e imprese del territorio”.

Quando hai cominciato a interessarti d’impresa?

“All’università (giurisprudenza) già dal primo anno ho capito che la mia vita ha bisogno anche di stimoli ulteriori. Ho cominciato quindi a occuparmi di startup, giovani e innovazione. Al secondo anno di Università con il supporto di alcuni ragazzi ho fondato CinCin e in pochi mesi il progetto venne selezionato tra le migliori 30 iniziative dell’anno durante la competizione StartCup Emilia-Romagna, e risulta tra i 20 progetti selezionati su base regionale per il percorso di pre-accelerazione UpIdea, sostenuto da Luiss Enlabs. Qualcosa però non va a causa della mia troppa poca esperienza e il progetto fallisce”.

È qui che nasce l’idea del progetto Phoenix Factory?

“Sì, nonostante il fallimento decido che è necessario restituire quello che ho imparato con l’esperienza di startupper, gli studenti devono sapere per non commettere i miei stessi errori. Fondo Phoenix Factory, un nome emblematico per la mia rinascita.

L’associazione in breve tempo coinvolge oltre 100 studenti per progettare assieme trasmettendo l’idea fondamentale che sono troppe le barriere che ci tengono distanti tra facoltà.

Inoltre, c’è anche la voglia di restituire le opportunità che mi ha dato il territorio di Ferrara il quale mi ha permesso di emergere”.

Ormai ti senti ferrarese d’adozione, cosa hai trovato a Ferrara?

“Ferrara non ha nulla da invidiare alle grosse città, in questo contesto più piccolo è più facile creare sinergie, ci sono meno barriere”.

Come sei arrivato a proporti per il premio della Fondazione Barletta?

“Fondirigenti mi selezionò tra i 50 under 29 selezionati su base nazionale per il programma di leadership finanziato dall’organizzazione a Firenze. Qui tra tante lezioni conosco giovani con esperienza e vengo conoscenza del premio. Mi propongo e superati 4 test vengo preso in considerazione per la premiazione. Sono onorato per essere stato individuato da personalità come Alberto Luna, un luminare delle start up del nostro tempo, che mi hanno notato tra gli altri”.

A chi devi il raggiungimento di questo traguardo?

Ringraziamenti ce ne sarebbero tanti, prima di tutti a chi si è fidato di me al tempo della start up, quando ero giovane e inesperto. Poi una menzione speciale va alle istituzioni che si sono aperte per assecondare le mie necessità e il mio entusiasmo. Tra gli interni dell’università non posso non ricordare Masino, prorettore delegato al post-laurea Unife che è stato molto disponibile. Sono molto riconoscente in generale alla comunità ferrarese alle sue istituzioni e organizzazioni. A livello regionale una menzione speciale va a Marcella Zappaterra, sempre molto disponibile nei miei riguardi”.

Cosa ti senti di dire ai giovani che si affacciano al mondo universitario?

“L’importante è che conservino entusiasmo. L’università è il contesto per creare, sbagliare e imparare, intraprendere, generare nuovi contatti ma soprattutto imparare a rialzarsi. Imparare a combattere in quello che crediamo genera impatto positivo per le città, le quali ne hanno molto bisogno in questo momento, il significato di Phoenix factory sta anche in questo, non arrendersi”.

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