Cronaca
5 Luglio 2020
Dal 2015 un 50enne con problemi psichiatrici ha occupato l'immobile. Il cugino: "Gli enti si scaricano le responsabilità a vicenda invece di prevenire i problemi"

Da cinque anni fuori casa: l’appello di una famiglia contro l’indifferenza delle istituzioni

di Ruggero Veronese | 3 min

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L’indifferenza delle istituzioni può essere l’anticamera di drammi e tragedie private: un rischio quantomai reale e provato da innumerevoli casi di cronaca in tutto il paese, e che si è fatto ancora più concreto durante i mesi di quarantena dovuti al Covid-19, che hanno aggravato numerose situazioni familiari di aperto conflitto. Ed è per questo che una famiglia ferrarese si è rivolta a tutta la stampa locale, lanciando un appello alle istituzioni perché intervengano per risolvere una situazione che si protrae da diversi anni in una tensione crescente e sempre più preoccupante.

La vicenda riguarda l’occupazione da parte di un 50enne ferrarese con diversi problemi mentali dell’immobile di famiglia, dove fino a cinque anni fa viveva assieme alla nonna nell’appartamento al pian terreno, mentre il cugino e la zia risiedevano al piano superiore.

La situazione cambia nel 2015 col ricovero a Cona della nonna, oggi 92enne, che trascorre un periodo all’ospedale e alla quale, una volta terminata la degenza, viene impedito di tornare a casa. Il nipote infatti, già seguito dai servizi sociali e psichiatrici per problemi mentali e comportamentali (tra cui un disturbo antisociale e autolesionista) ha di fatto occupato la casa, dando il via a una serie di liti anche violente che costringeranno sia l’anziana che i parenti al piano superiore a trovare ospitalità in un appartamento da 60 metri quadrati di un conoscente in un’altra frazione, dove vivono da ormai cinque anni.

A raccontare i fatti alla stampa è il cugino del 50enne, Nicola Zagatti (già noto per diverse battaglie sindacali legate soprattutto alla sanità locale e all’ospedale del Delta), affiancato della consigliera comunale Anna Ferraresi del gruppo misto che chiede alle istituzioni ferraresi di “smetterla di fa finta di niente di fronte a una situazione della quale sono al corrente da anni e sulla quale non si è mai intervenuto”.

Un appello – oltre che una critica esplicita – rivolto non solo al Comune, ma anche a istituzioni come questura, tribunale e Ausl, ognuna delle quali secondo Zagatti e Ferraresi avrebbe potuto e dovuto contribuire maggiormente al trovare una soluzione: “Ci siamo trovati un po’ di fronte a uno ‘scaricabarile’ – spiega Zagatti -: ogni ente dice che non è una questione di sua competenza e rimanda tutto agli altri, e così in cinque anni non si è mosso niente, se non un ammonimento a mio cugino da parte della questura”.

Nemmeno col cambio di amministrazione la situazione sembra cambiata: “Abbiamo parlato con l’assessore ai servizi sociali Coletti – racconta Zagatti – ma ci è stato detto che secondo la legge mio cugino è in grado di intendere e volere e quindi non possono intervenire. Nel frattempo quella persona vive in condizioni impossibili e durante l’inverno è stato anche a dormire al pronto soccorso di Cona, perchè l’Hera gli ha staccato le utenze per la morosità nelle bollette”. Le immagini della casa presentate da Zagatti mostrano in effetti una situazione di assoluto degrado, tra resti di pasti consumati per terra in maniera frugale e i bagni incrostati e  senza acqua corrente usati dal 50enne per i propri bisogni privati.

La proprietaria dell’appartamento 92enne compare in video per lanciare il proprio appello: “Voglio solo poter morire a casa mia”. Per Zagatti “le istituzioni devono attivarsi per aiutare non solo una famiglia a cui da cinque anni viene impedito di fare ritorno a casa, ma anche una persona che non è in grado di provvedere a se stessa e che oggi è abbandonata ai propri problemi. Noi ci abbiamo provato per anni, ma non ce la possiamo fare da soli. Il nostro è solo uno dei tanti casi dove una famiglia si trova a lottare da sola contro un problema, ma ci sono tanti casi come il nostro in cui con un po’ di attenzione e sensibilità in più si potrebbero prevenire situazioni di grande difficoltà e a volte anche di violenza”.

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