Eventi e cultura
18 Giugno 2020
La modella per la Betsabea, ammirata da milioni di visitatori al Louvre, era affetta da una tromboflebite

Paolo Zamboni di Unife risolve i mistero del capolavoro di Rembrandt

di Redazione | 2 min

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Quando nel 1654 Rembrandt ritrasse la sua amata nel quadro “Betsabea con la lettera di David”, non poteva immaginare che per più di tre secoli si sarebbe trovato al centro di un animato dibattito scientifico.

A scatenare la disputa, un particolare del seno sinistro della donna, solcato da un segno irregolare, lievemente tumefatto, di un colore tra il bluastro ed il brunastro. Numerose le ipotesi formulate nei secoli, dalla mastite al carcinoma mammario. Nessuna delle diagnosi proposte è mai stata ritenuta clinicamente soddisfacente. Fino ad oggi.

A risolvere “l’enigma medico della Betsabea di Rembrandt” è ora il professor Paolo Zamboni dell’Università degli studi di Ferrara.

La modella per la Betsabea, ammirata da milioni di visitatori al Louvre, era affetta da una tromboflebite di una vena superficiale del seno.

Zamboni ripercorre la sua analisi indiziaria nel paper pubblicato dalla rivista scientifica“Journal of Thrombosis and Haemostasis”.

“Uno degli ultimi articoli scientifici sull’enigma aveva stabilito, su di una base biofisica, che la malattia di Betsabea non potesse essere situata più profondamente di tre millimetri dalla superficie della pelle, altrimenti il pittore non avrebbe potuto visivamente percepirla. E quindi riprodurla. Questi dati mi hanno fatto pensare che Rembrandt avrebbe potuto rappresentare la tromboflebite di una vena superficiale della mammella, una condizione descritta da Mondor nel 1939”, racconta il professore.

“Fino a poco tempo fa avevo incontrato solo due casi di questa malattia nel corso della mia carriera medica. Però, per coincidenza, pochi giorni dopo le mie riflessioni ho riscontrato sul seno destro di un paziente qualcosa di assolutamente speculare alla macchia irregolare bluastra che è presente sul seno sinistro di Batsabea”, continua il professore.

“L’ecografia-Doppler ad altissima risoluzione ha poi confermato la diagnosi di tromboflebite della vena toraco-epigastrica. Nell’area a livello del seno, corrispondente alla colorazione bluastra della stessa forma di quella dipinta da Rembrandt, questo esame ha dimostrato una vena trombizzata che correva fra i 2 ed i tre mm sotto la pelle. Esattamente come previsto dai biofisici.

Come controprova la mammografia è risultata negativa sia per il cancro sia per la mastite, confermando la fondatezza della diagnosi su tela proposta da Paolo Zamboni.

Paolo Zamboni è professore ordinario di Chirurgia Vascolare Università degli Studi di Ferrara, direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare e direttore del Centro HUB Regione Emilia Romagna per le Malattie Venose e Linfatiche.

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