Lagosanto. Il Servizio psichiatrico ospedaliero intensivo del nosocomio del Delta riaprirà a fine giugno, ma la struttura dovrà adottare le necessarie precauzioni post-Covid.
Lo comunica l’Ausl di Ferrara che spiega è stato “stabilito un intervallo di tempo da dedicare all’aggiornamento dei protocolli, così come alla qualificazione e definizione della tipologia dei pazienti da ammettere alla struttura, in attesa che si riparta con l’assistenza ai pazienti psichiatrici, programmata entro la fine di giugno”.
Nel frattempo per i dipendenti del settore, che durante l’emergenza è stato trasformato in un reparto per ospitare i degenti positivi al nuovo coronavirus, si apre una fase di mobilità temporanea.
Proprio qui si inserisce l’attacco della Fials e della sua segretaria, Mirella Boschetti, secondo la quale “lo Spoi ha chiuso i battenti”. “Si tratta invece di mobilità forzata, mobilità d’ufficio”, dichiara Boschetti, “nessun paziente è stato ricoverato dal 3 giugno, data fissata per la riapertura, per il ritorno alle funzioni originarie dopo la parentesi di riconversione in Cra Covid+. Ma dove vengono dirottati i pazienti psichiatrici che prima del Covid venivano ricoverati ed assistiti presso lo Spoi?”, chiede la sindacalista che sollecita politica e vertici aziendali a “scoprire le carte”.
Secondo la Boschetti, la “ricollocazione temporanea degli operatori sanitari, infermieri ed Oss, lasciando ad intendere che il servizio è temporaneamente chiuso” sarebbe nient’altro che una “strategia vecchia, ben collaudata, già sperimentata dagli operatori sanitari e dai cittadini ferraresi che l’hanno vissuta sulla propria pelle massicciamente a partire dal 2013, con l’ attuazione del piano strategico sanitario provinciale votato dai sindaci in Ctss, che ha disposto il tagliato di posti letto, ridotto i servizi e le dotazioni organiche”.
La Fials, a questo punto, chiede “una dilazione dei tempi per l’opzione e di precisare quanti posti sono disponibili nei servizi”.