Attualità
22 Maggio 2020
L'emergenza Covid ha messo in grossa difficoltà i due giovani e tanti connazionali all'estero

Marco e Diana bloccati in Argentina: “Aiutiamo gli italiani a rimpatriare”

di Redazione | 3 min

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“Vorremmo rientrare in Italia, il viaggio lo riprenderemo, ma ora chiediamo di aiutare i molti Italiani bloccati in Argentina a poter riabbracciare i propri cari”.

E’ l’appello di Marco Dominici di Fiscaglia e della sua compagna Diana Barbieri di Mantova, impegnati in un lungo viaggio alla scoperta del continente Americano.

Partiti dalla Florida, hanno viaggiato, guidando un Van che loro stessi hanno allestito, fino al punto più a nord del pianeta raggiungibile in auto: Prudhoe Bay in Alaska. Poi verso l’Antartide via terra e mare, attraverso la famosa strada Panamericana, anche conosciuta come l’on the road più lunga del mondo. Un viaggio per immortalare le bellezze e la varietà del nostro Pianeta, per socializzare e conoscere le culture che lo popolano. Diana e Marco sono fotografi, bloggers e youtubers e condividono con il loro pubblico le meraviglie del mondo, facendone una missione nei loro canali socials, in cui si possono seguire le loro avventure, disavventure, sotto il nome di “close to eternity”. Il viaggio per arrivare dall’Alaska a Ushuaia, il punto più a sud del mondo raggiungibile in auto, non è un percorso semplice: sono serviti 662 giorni e 81000 km, tutto via terra e mare, per unire le due estremità del pianeta.

Fra le dissavventure, la rottura della trasmissione automatica del loro veicolo nell’Amazzonia, fermando tutti i camionisti di passaggio per una settimana in cerca di aiuto, due mesi a La Paz a 4100 mt, nel mezzo della guerra civile boliviana, nascosti nel loro van, in un’officina meccanica, attendendo il momento in cui si sarebbero sollevati i blocchi stradali per fuggire in Cile.

“Da 60 giorni siamo parcheggiati in Argentina in un campo sportivo abbandonato, senza avere accesso a servizi come l’acqua calda. Qui sta sopraggiungendo l’inverno e i freddi venti patagonici raggiungono alte velocità, è una delle regioni più ostili dal punto di vista climatico. Siamo anche sprovvisti di una connessione internet wifi, fondamentale per proseguire con il nostro lavoro”.

L’Argentina ha proibito tutti i voli commerciali fino a settembre, lasciando spazio solo per voli di rimpatrio umanitario che partono però da Buenos Aires, e sono quindi irraggiungibili per i due viaggiatori, a 1500 km più a sud e impossibilitati a guidare per via della quarantena che, pur necessaria, ha congelato il Paese.

“Siamo almeno una decina in Patagonia e altri sono nell’estremo nord del paese, tutti troppo lontani per raggiungere la capitale, Buenos Aires, nelle sole 48 ore che intercorrono tra l’emissione dei biglietti e la partenza del volo. Chiediamo che i biglietti siano resi disponibili per la prenotazione con almeno 4 o 5 giorni di preavviso, in modo che a tutti sia data la possibilità di rientrare. E’ infatti impossibile, vista la normativa argentina vigente, che i nostri Consolati ci forniscano il lasciapassare per metterci in viaggio verso Buenos Aires senza avere prima questa prenotazione già confermata. Chiediamo il vostro aiuto per dare voce a tutti i nostri connazionali ancora bloccati all’estero”.

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