Attualità
10 Marzo 2020
Le misure più stringenti estese a tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile

Coronavirus. Siamo tutti in “zona protetta”

di Redazione | 3 min

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che le misure più stringenti per il contenimento dell’epidemia di coronavirus Sars-CoV-2 sono state estese a tutto il territorio nazionale.

Il nuovo provvedimento, dopo la firma, va in Gazzetta Ufficiale nella sera di lunedì ed entra in vigore dalla giornata di martedì 10 marzo.

Dunque in tutta Italia varranno le stringenti limitazioni di movimento (che non sono assolute come era nell’originaria zona rossa) e di attività già vigenti in Lombardia e in 14 province del Veneto, Piemonte e dell’Emilia Romagna (Parma, Reggio Emilia, Modena, Rimini e Piacenza). Gli spostamenti verso altri Comuni, Province e Regioni, dunque, saranno ammessi per comprovati motivi di lavoro, di salute e per necessità.

“Io resto a casa” è il principio guida del provvedimento citato da Conte che ha detto che “ci sarà l’Italia come zona protetta”. Si potrà uscire di casa, oltre che per i motivi di lavoro, salute e necessità, anche per le normali esigenze quotidiane, come fare la spesa.

“I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e ahimè anche delle persone decedute – ha specificato il premier – La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora”.

Autocertificazione. Non verranno limitati i trasporti pubblici “per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare”, ha precisato il premier. Varrà il criterio dell”l’autocertificazione” per giustificare gli spostamenti, “ma se ci fosse una autocertificazione non veritiera ci sarebbe un reato”.

Ovviamente è imposto il divieto assoluto di spostarsi alle persone sottoposte a quarantena o positive al coronavirus.

Scuole e università. L’attività didattica di scuole e Università rimarrà sospesa fino al 3 aprile.

Sono vietati in maniera assoluta gli assembramenti all’aperto o nei luoghi aperti al pubblico, come accade ad esempio fuori e dentro i locali durante la movida.

Bar, ristoranti e negozi. Bar e ristoranti, come peraltro aveva già deciso di fare anche la Regione in autonomia, potranno rimanere aperti solo dalle 6 alle 18, purché prevedano misure di distanziamento sociale (un metro almeno) tra clienti. I negozi dovranno seguire le stesse misure per poter aprire, mentre quelli di grandi e medie dimensioni il sabato e la domenica (o comunque nelle giornate festive e prefestive) dovranno rimanere chiusi. La chiusura non è disposta invece per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari.

I musei erano chiusi già con il decreto dell’8 marzo e lo rimarranno.

Le misure saranno valide sempre fino al 3 aprile.

Stop alla Serie A. Conte ha annunciato anche lo stop a tutte le manifestazioni sportive di nessun tipo, compreso il campionato di Serie A. “Non c’è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su questo”, ha detto Conte. Gli allenamenti sono consentiti solo in strutture non aperte al pubblico e solo per atleti d’interesse nazionale riconosciuti dal Coni in vista della loro partecipazione a eventi nazionali o internazionali o alle Olimpiadi. Sono consentite, ma senza pubblico e con molti controlli, le competizioni sportive organizzate da organismi sportivi internazionali.

Sport e attività motorie all’aperto sono ammesse a patto che si possa rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro.

Secondo i dati di lunedì 9 marzo, in tutta Italia le persone con coronavirus Sars-CoV-2 sono 7.985 con un incremento di 1.598 persone rispetto a domenica. I morti sono saliti a 463, 97 in più rispetto all’8 marzo, mentre i ricoverati in terapia intensiva sono aumentati di 83 unità, toccando quota 733. Le persone guarite sono 724, 102 in più di ieri ha affermato il commissario per l’emergenza.

Ci sarà probabilmente anche un commissario per l’emergenza che secondo quanto si è vociferato in queste ore potrebbe essere o l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro o l’ex capo dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso.

 

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