“La Baraldi starebbe bene sodomizzata dai suoi quattro spaccini negri… Chissà se dopo li difende ancora… Lo penso, l’ho detto”. È una delle offese che raggiunsero Ilaria Baraldi all’indomani dello scivolone sugli ‘spaccini’ in Gad. Ora quella frase costerà il processo per diffamazione aggravata a chi l’ha scritta.
Il pm della procura di Ferrara Alberto Salvino ha disposto il decreto di citazione diretta a giudizio per Riccardo Andreotti, comacchiese di 59 anni.
I lettori ci scuseranno se abbiamo riportato integralmente il messaggio nella sua crudezza, ma crediamo che il pugno sullo stomaco che deriva da quelle parole possa aiutare a sensibilizzare contro l’odio diffuso su web e social network.
L’imputato, militante della Lega e sostenitore di Alan Fabbri (sul suo profilo facebook compaiono diverse foto con scritte inneggianti a Salvini, magliette pro sindaco Fabbri, foto con lui e raduni padani) finirà davanti al giudice monocratico a maggio.

Prima di lui era stato querelato anche un altro hater. Sempre in riferimento al contestatissimo post della dem, aveva scritto che “oltre a drogarti, sei anche falsa”. In questo caso il procedimento si era chiuso nel 2018 con un risarcimento ritenuto congruo dalle parti.
Tornando all’imminente processo, quelle che la procura, nel decreto di citazione a giudizio, definisce “frasi offensive e umilianti” derivano dalla campagna di discredito che aveva investito la consigliera comunale del Pd per quanto scritto il 20 settembre 2016 in un post privato sulla propria bacheca.
In riferimento alla concentrazione di forze dell’ordine in tenuta antisommossa che presidiava lo stadio Mazza per una partita della Spal, Baraldi scrisse: “dite quello che vi pare. A me impressiona e spaventa molto di più un gruppo di ultras urlanti e la polizia in tenuta antisommossa che 4 spaccini in bicicletta”.
Le polemiche che ne seguirono costrinsero la dem a cercar di spiegarsi: “il mio pensiero era – scrisse nei giorni seguenti -: in questo momento mi fa più paura un gruppo di ultras che potrebbero mettere a ferro e fuoco una città costringendo le forze dell’ordine a indossare una tenuta antisommossa che 4 spaccini in bicicletta. Il mio pensiero nasceva da una sensazione precisa, vissuta in un dato momento: il disagio e lo sconcerto provati nel vedere un’intera area di Ferrara, quella in cui vivo, militarizzata per una partita di calcio. La polizia è certamente elemento di per sé rassicurante, ma non posso non pensare che quegli agenti stavano rischiando la loro incolumità a causa di una partita di calcio. Così come chi malauguratamente si fosse trovato in mezzo a eventuali tafferugli”.
Scuse o chiarimenti che non furono sufficienti a far abbassare i toni, soprattutto su Facebook. La frase incriminata del leghista risale infatti al 29 settembre 2016.
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