Cronaca
19 Febbraio 2020
Mario Baccara morto due mesi dopo il sinistro a Pontelagoscuro. Un arco temporale ancora lacunoso

Da incidente fortuito a omicidio stradale, il dolore delle figlie 

La scena dell'incidente
di Elisa Fornasini | 2 min

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Imputazione coatta - per omicidio o violenza privata - a carico dei sanitari dell'ospedale di Cona o, in subordine, un supplemento di indagine con l'effettuazione di una consulenza tecnica di uno specialista in cure palliative e l'audizione di una serie di persone informate sui fatti. È quello che l'avvocato Fabio Nicolicchia ha chiesto durante l'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Ferrara per la tragica fine della 41enne Maria Vittoria Mastella

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È stato un articolo di Estense.com a far luce sulle tragedia occorsa a Mario Baccara, morto due mesi dopo l’incidente avvenuto in viale Savonuzzi, a Pontelagoscuro, nell’aprile del 2017. A rivelarlo è stata una delle due figlie, sentita in udienza come parte civile, che prima di leggere sulla stampa la dinamica – apre lo sportello e butta giù un ciclista – pensava che si fosse trattato di una caduta accidentale in bicicletta e non dovuta a un possibile gesto imprudente di un’automobilista, ora imputata per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso e dalla fuga.

Il padre, ricoverato all’ospedale di Cona, è sempre rimasto cosciente ma non ricordava la causa del sinistro, riferendo a familiari e sanitari di essersi ritrovato improvvisamente per terra. Nonostante l’età avanzata – 84 anni -, prima dell’incidente la vittima risultava in buone condizioni fisiche ed era solito percorrere tutti i giorni una ventina di chilometri in sella alla sua bici.

Fino al 7 aprile del 2017, quando a causa dell’urto contro la portiera dell’auto, aperta da una donna di 58 anni poi individuata nel corso delle indagini, è caduto rovinosamente a terra riportando un grave trauma cranico e la frattura del bacino. L’anziano è rimasto sotto osservazione al Sant’Anna fino al 15 aprile, quando è stato trasferito alla casa di cura Quisisana fino alle dimissioni sopraggiunte il 12 maggio.

Pochi giorni dopo, il 17 maggio, ha accusato febbre alta e i familiari lo hanno accompagnato a Cona, “da dove non è più uscito” constata con dolore la figlia che insieme alla sorella si è costituita parte civile nel processo per la morte del padre, avvenuta il 29 giugno, a più di due mesi di distanza dall’incidente.

Un arco temporale lungo e lacunoso in cui non sono ancora chiare le eventuali responsabilità dell’imputata, difesa dagli avvocati Enrico Segala e Beatrice Fabbri. Per gettare nuova luce sull’accaduto, la giudice Sandra Lepore ha fissato al 7 aprile l’udienza dei due testimoni oculari, per poi procedere con le analisi dei consulenti.

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